Il processo Multipurpose è alla vigilia della sentenza, ma a quanto pare le sorprese non finiscono mai. Spuntano ancora documenti - rimasti nascosti per anni nei cassetti, chissà perché - che promettono clamorosi sviluppi e, soprattutto, di gettare nuova luce sulla vicenda dellassegnazione del terminal più contestato del mondo. Il più recente di questi documenti è una lettera resa nota ieri dal Gruppo di Aldo Spinelli che porta la data del 15 ottobre 2003 e la firma di Gianfranco Messina, al vertice dellomonima compagnia di navigazione che rappresenta il principale accusatore dellex presidente dellAutorità portuale Giovanni Novi nella vicenda processuale. «Caro Aldo - scriveva fra laltro Messina, inviando copia per conoscenza allallora presidente di Palazzo San Giorgio Giuliano Gallanti - ti confermo gli accordi amichevolmente intervenuti e cioè che, dietro il Tuo impegno di ritirare la Tua lettera del 19/9/03 e il Tuo consenso al Console Batini di poter firmare oltre che come Terminal Multipurpose anche come Consorzio Multipurpose laccordo datato 10/9/03 e con la conseguente implementazione dello stesso da parte dellAutorità portuale, confermiamo limpegno a cederti i fatidici circa settemila metri quadrati (che nulla hanno a che fare con il Multipurpose) allo stesso prezzo al metro quadrato che noi pagheremmo le aree del Multipurpose». Messina inoltre si augura che «i nostri rapporti possano aver ritrovato quello spirito amichevole che ritengo oltremodo necessario e auspicabile fra imprenditori».
Per Spinelli la lettera dovrebbe dimostrare che i Messina erano daccordo sulla spartizione del Multipurpose (che loro invece hanno sempre detto di aver subìto da Novi).Accordo a due o intesa globale? Ovviamente, saranno i giudici a pronunciarsi.