Non conosce soste la produzione del teatro dell'assurdo del Municipio Levante. Mercoledì sera sul «palco» di Villa Garibaldi è andato in scena uno degli «atti» più attesi della storia recente di questo parlamentino, la sfiducia al presidente Carleo e alla sua giunta. Il documento, firmato dai dieci consiglieri di opposizione, era stato annunciato lo scorso 6 ottobre nel corso dell'ultima seduta di consiglio, ma la discussione è slittata per l'alluvione fino a mercoledì sera, quando si è arrivati alla conclusione: sfiducia respinta, ma «maggioranza» ferma a quota 11, addirittura sotto la soglia del pareggio. Da notare tra la maggioranza l'astensione della consigliera Viani (Pdl) e le assenze di Costa (Pdl), malato, e del «ribelle» Moretti (Gruppo Misto). «Le nostre motivazioni per richiedere la sfiducia le conoscete: mancanza dei numeri nella maggioranza e giunta che svolge un lavoro distaccato dal consiglio - ha rimarcato ancora una volta il capogruppo del Pd Calisi -. Vi abbiamo chiesto più volte di ricompattarvi ma non è cambiato nulla. Abbiamo chiesto un gesto forte come le dimissioni del presidente ma avete preferito far finta che tutto andasse bene, e ora ci troviamo a fare i conti con cinque anni di mandato persi».
In zona Cesarini Calisi ha provato a fare anche un'ultima offerta per ritirare la sfiducia: «Siamo disposti a stracciare la sfiducia se gli assessori decidessero di dimettersi stasera - ha proposto Calisi -. Non vogliamo fare nessun ribaltone, ma vogliamo un segnale forte per intraprendere una collaborazione costruttiva in questi ultimi mesi di mandato». A questo punto si sono accavallati gli interventi da ogni schieramento politico. La consigliera Viani, smentendo un suo addio dal Pdl e una sua ipotetica mira alla poltrona di assessore, ha rimarcato che «se non ci sarà un impegno da parte di giunta e presidente, stasera mi asterrò», Toscanini (Udc) ha dichiarato la sua fiducia «di lealtà, di speranza e di stimolo perché in questo momento serve coesione» mentre Carleo ha voluto chiarire due aspetti: «In questi cinque anni abbiamo lavorato tanto e c'è la documentazione che parla per noi. È vero che ci sono stati problemi ma non servono a niente le dimissioni degli assessori perché devono portare avanti un programma per i cittadini». La votazione, palese e per appello nominale, ha sancito il respingimento della sfiducia, con 11 voti contrari, 9 favorevoli e un astenuto. Una vittoria mutilata per il centrodestra, visto che l'asticella della maggioranza fissata a quota 13 non è stata raggiunta, nonostante l'alibi, non proprio di ferro, sulle assenze. Questo teatrino ha fatto raggiungere il punto di saturazione al consigliere di opposizione Raffaelli (Nuova Stagione) che si è lanciato in una critica tout court, accolta dagli applausi dei cittadini presenti in aula. «Stasera termino la mia esperienza politica in questo Municipio e torno a fare politica dal basso, da cittadino semplice, perché questo sistema è corrotto a tutti i livelli - ha tuonato -.
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