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Muntari: "All'Inter ero infelice Al Milan ritrovo l'allegria"

Fortemente voluto dal tecnico Muntari ha esordito a Cesena con un gol. "Fuori dalla lista Champions? È Dio a decidere tutto"

Muntari: "All'Inter ero infelice Al Milan ritrovo l'allegria"

Milanello - Venne (dall’Inter al Milan), vide, segnò e vinse. Se non fosse Sulley Muntari, con un trascorso molto discusso all’Inter, accolto da troppi «mah» a Milanello, avrebbe già collezionato titoli in prima pagina e interviste à gogo. E invece eccolo guardare come un bambino stregato il negozio di giocattoli quel che gli accade intorno, anche il solito «cinema» di Antonio Cassano.

Allora Muntari, come è nato il trasferimento al Milan?
«Galliani e Braida mi avevano parlato con chiarezza e spiegato tutto: si farà più avanti avevamo concordato. Poi un giorno, mentre ero in Africa, mi ha chiamato il procuratore e mi ha detto: hanno firmato. Ad Appiano non giocavo e non ero felice, io credo che sia Dio a fare tutto».

Eppure all’Inter, con Mourinho ha disputato più di 70 presenze in due stagioni...
«Con Mou ero un titolare, facevo tutto, ero soddisfatto e anche utile. Poi è partito Mou e tutto è cambiato. Lui decideva senza farsi condizionare, non voglio dare colpa a nessuno, ormai l’Inter è il passato e sono concentrato sul presente».

In Spagna il grande Mourinho non se la passa benissimo...
«Può succedere: è un uomo che non sa piegarsi al bisogno e alla diplomazia, se è bianco è bianco, se è nero dice nero, e lo fa in pubblico. È una grande persona, credetemi».

Con chi ha avuto problemi ad Appiano Gentile?
«Solo con due persone, meglio evitare di fare nomi, non hanno avuto coraggio. Io conservo molti amici tra gli interisti, per non parlare dei tifosi con i quali ho avuto un rapporto unico, sono super».

Adesso sono in molti a pensare: e se Muntari si rivelasse il nuovo Pirlo o Seedorf?
«Ecco, basta non esagerare. Il paragone con i due campioni non si può fare. Cerco di stare con i piedi per terra e di concentrare tutte le mie forze al servizio del Milan. Senza fiducia nessuno può fare molto. A proposito di Seedorf devo confessare un episodio: quando ero in grave crisi all’Inter, da lui ho ricevuto molte telefonate di incoraggiamento».

Alla prima col Milan, a Cesena ha fatto gol ma si è fatto anche ammonire: ci risiamo?
«Cominciamo col gol. È stato Allegri a ripeterci: quando tira Thiago Silva, andate dritti sul portiere. Se avesse parato amen, non ha trattenuto quel proiettile e ho fatto gol. Ho avuto fortuna. È vero: sono stato ammonito ma tutti hanno riconosciuto che si è trattato di un errore dell’arbitro. Non sono un giocatore falloso, affronto i miei rivali in modo leale. Per questo ho tenuto rapporti buoni per esempio con Gattuso quando stavo dall’altra parte».

Al Milan, Muntari è arrivato per l’insistenza di Allegri: come nacque il vostro feeling a Udine?
«A Udine Allegri faceva tutto, durante gli allenamenti, Galeone guardava da lontano e ogni tanto parlava. Qui al Milan l’ho trovato molto più maturo e dentro il suo ruolo di leader. Ha un rapporto aperto con i giocatori, tutti lo trattano come fosse uno dei nostri, e questo facilita un clima sereno all’interno dello spogliatoio. Non solo: così riesce a ottenere il massimo da tutti».

Che cosa l’ha colpita arrivando al Milan?
«Sono andato nello studio di Galliani e lui mi ha preso per mano e mi ha portato nel salone dei trofei. E mi ha detto: “Ecco, questo è il Milan”. Dinanzi a quelle coppe uno può pensare, ok hanno già vinto tutto, oppure fare come fanno i miei compagni, impegnarsi fino in fondo per tentare di vincere ancora. Ho anche notato un clima di grande allegria tra Galliani e Braida: è un piccolo segreto per lavorare tanto e bene».

Sarà ma nel frattempo l’hanno esclusa dalla lista Champions...


«Non sono dispiaciuto, io sono il tipo che accetta tutto, vuol dire che non era prevista la Champions, mi rifarò nella prossima edizione».

Vista da Milanello, c’è molta tensione in vista della Juve?
«Io non ne vedo. Siamo una grande squadra capace di giocare con la Juve come contro il Cesena».

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