Di fronte alle incertezze del veterinario che pare non abbia saputo descrivere con chiarezza le cause della morte di Whisky, il giudice civile ha mostrato maggiore sicurezza nel riconoscere per la prima volta, il danno da mancata relazione affettiva.
È il quotidiano l'Adige a raccontare la storia di due giovani coniugi, Giorgia e Roberto Atzori, la cui vicenda inizia nel 2005, quando la coppia, prossima alle nozze, decide di affidare a una pensione Whisky, il cucciolone meticcio adorabile, ma un tantino impegnativo da gestire durante la cerimonia matrimoniale e il viaggio in luna di miele.
Gli Atzori dunque decidono di lasciare il proprio beniamino in una pensione per cani, la Maso Valluce, in quel di Mori, cittadina del Trentino situata a metà strada tra Rovereto e il lago di Garda. C'era poi un'altra più che valida ragione per affidare momentaneamente Whisky alle cure di un pensionato. «Il cane era mio», spiega Giorgia, «e di solito, quando andavamo in giro, lo lasciavamo da mia suocera. In questo caso non era possibile, perché l'altra cagnetta di casa era in calore, quindi abbiamo preferito scegliere una pensione che credevamo affidabile».
Dopo neanche due giorni ecco però il dramma: i gestori telefonano ai familiari degli Atzori per avvisarli della morte improvvisa del cane. La giustificazione del decesso improvviso di Whisky, secondo chi gestiva il ricovero di Maso Valluce, era riferibile a un tentativo di fuga del cucciolone che forse scavando sotto la rete o forse tentando di scavalcarla si era procurato una ferita mortale.
I due giovani coniugi però non hanno creduto all'ineluttabilità di un improbabile incidente, tanto più che il veterinario chiamato in soccorso del cane (ormai defunto) si era mostrato troppo perplesso, e forse un tantino troppo cauto, nell'ipotizzare la causa della morte. A questo punto gli Atzori hanno fatto causa ai gestori della pensione, ritenendoli colpevoli di incuria e chiedendo il risarcimento del danno da mancata relazione affettiva.
Nel grosso paese di Mori più di un abitante ha sogghignato, di fronte a tale richiesta. E invece i due sposini, alla fine, hanno trovato pieno riscontro alle loro ragioni. Il giudice civile di Rovereto, Simonetta Caterbi, ha infatti riconosciuto il risarcimento alla coppia, ribaltando addirittura una recente sentenza della corte di Cassazione che aveva indicato per un caso simile un esempio di danno esistenziale non risarcibile, perché non costituzionalmente garantito. Nient'affatto, ha sentenziato la Caterbi, peraltro molto sensibile anche in passato ai danni morali (è noto un suo saggio sul danno da vacanza rovinata). «Lo Stato - si legge nella sentenza del giudice - è consapevole del legame che si instaura fra l'animale e il suo padrone, rapporto che non può essere limitato al solo profilo affettivo e nel quale si inserisce una di quelle attività realizzatrici della persona umana che la stessa carta costituzionale tutela all'articolo 2».
In altri termini, il rapporto di affettività è una faccenda che può estrinsecarsi nei confronti di un oggetto che ci è particolarmente caro (una penna, un anello, un orologio ecc.).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.