da Cagliari
È morto nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale Brotzu di Cagliari un tredicenne vittima ieri pomeriggio a Iglesias di un gioco fra coetanei con un fucile ad aria compressa caricato a pallini. Le condizioni del ragazzino sono subito apparse disperate e i medici hanno tentato di tutto per salvarlo. Ma poi è stata certificata la morte cerebrale e i genitori hanno autorizzato lespianto degli organi.
Il ragazzo, figlio di un vigile urbano di Iglesias, aveva invitato due amici a un tiro al bersaglio con l'arma appartenuta al nonno e regolarmente detenuta dal padre in un garage della casa colonica in cui la famiglia abita alla periferia della città, in località Montifigu.
Il terzetto ha cominciato a prendere di mira i bersagli improvvisati ma dopo un po il gioco si è trasformato in tragedia.
L'incidente è avvenuto nel cortile dell'abitazione, circondata da un vasto terreno dove poco lontano il padre del tredicenne era impegnato nel lavoro dei campi.
Caricato il fucile, il ragazzo, che in precedenza l'aveva utilizzato più volte per il tiro al bersaglio, l'ha passato a uno dei compagni, che non aveva alcuna dimestichezza con le armi. Nell'imbracciarlo quest'ultimo ha inavvertitamente premuto il grilletto, lasciando partire un colpo.
Leffetto è stato micidiale perché lamico era a meno di un metro di distanza: un pallino in piombo calibro 4,5 gli si è conficcato in fronte, frammentandosi.
Alcune schegge hanno lesionato il cervello, come rilevato poco dopo da una Tac cui il tredicenne, trasportato all'ospedale Santa Barbara di Iglesias dal padre e da uno zio medico, è stato sottoposto.
Data la gravità delle lesioni, il ragazzo è stato trasferito d'urgenza a Cagliari, ma le sue condizioni sono subito apparse gravissime.
Il coetaneo responsabile del ferimento, sotto choc, e l'altro compagno di giochi hanno trascorso la notte nel commissariato di Iglesias, dove hanno ricostruito l'incidente nei dettagli e la dinamica è stata ricostruita in ogni dettaglio.
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