La Muraglia cinese non ferma i vandali di oggi

Manila Alfano

Ha difeso il grande impero cinese dalle invasioni, dai nemici e dagli stranieri. Ha salvato i suoi abitanti dalle orde più pericolose: quelle dei mongoli, dei liao e dei manciù. Ha retto per più di duemila anni, diventando il simbolo imponente della resistenza cinese. Qualcuno ha ipotizzato che fosse l’unica costruzione umana visibile dallo spazio, teoria purtroppo poi smentita. Ma, anche se proposta come una delle sette meraviglie del mondo, e dichiarata nel 1987 dall’Unesco patrimonio dell’umanità, la grande muraglia cinese è diventata la terra di nessuno. Rimasta abbandonata ad un più temibile nemico: le invasioni barbariche moderne. Seimila e quattrocento chilometri lasciati nel degrado e nell’incuria, senza l’ombra di un guardiano, senza un cartello che esponga regole e norme di comportamento adatte. Costruita alla fine del III secolo a.C. da Qin Shi Huahgdi, il primo imperatore della Cina unificata, con le diramazioni e le doppie linee, con più di 40mila tra fortezze e torri di guardia, oggi la grande muraglia rischia di sbriciolarsi. Qui avviene di tutto: da anni giovani di tutto il mondo si danno appuntamento su queste mura per i loro rave party, feste che durano giorni interi in cui l’eccesso è l’unica regola per parteciparvi, i motociclisti e gli automobilisti più spericolati ci organizzano raid, e poi ci sono le arrampicate libere, i graffitari che danno libero sfogo alla loro vena artistica. Lo scenario visto da fuori è desolante: disegni, scritte di ogni genere, rifiuti un po’ dappertutto.
Più in là, nel tratto più vicino a Pechino, una decina di chilometri aperti al pubblico accoglie gli oltre dieci milioni di turisti che ogni anno vengono a visitare la grande barriera. Molti restano delusi. Niente di più lontano rispetto a quello che si vede nelle cartoline e nelle fotografie. Nel timore di danneggiare l’economia locale, le autorità non hanno mai voluto limitare l’afflusso dei turisti. Forse anche per questo nei settori aperti al pubblico è difficile trovare una pietra che non rechi incisioni, graffiti o semplici «firme» di visitatori entusiasti ma un po’ vandali.
Ora il governo cinese ha deciso di correre ai ripari e in fretta: con un nuovo regolamento lo Stato stabilirà chiaramente cosa è lecito e cosa non è lecito fare. È infatti sui lunghi tratti incustoditi che avviene ogni genere di attività: nel 1992, ad esempio, un motociclista di Hong Kong ha compiuto una serie di salti su tratti della Muraglia e nel 1986 il prestigiatore David Copperfield ha fatto alcuni numeri di magia, attraversando la muraglia a piedi. Tutte queste attività d’ora in poi saranno considerate illegali. Tra tutte le attività che la Muraglia ospita quella che lascia danni maggiori è quella delle feste improvvisate, o rave, che tradotto letteralmente significa «delirio» con un lascito di graffiti, immondizia, urina. Il quotidiano China Daily rievoca lo scandalo suscitato lo scorso anno da un rave organizzato nel tratto della Muraglia aperto al pubblico: «Alcuni partecipanti alla festa furono coinvolti in azioni indecenti e illegali: urinarono sulle mura e assunsero droghe». Secondo la stampa locale, proprio bagordi del genere hanno spinto il governo a un intervento senza precedenti: l’adozione di normative a salvaguardia del monumento, infatti, era stata finora sempre delegata ad amministratori locali. «L’esplorazione turistica impropria ha causato danni alla Grande Muraglia e alle sue caratteristiche storiche», fa sapere il Consiglio di Stato. E allora ad essere vietati saranno dal primo dicembre prossimo tutti i «comportamenti inappropriati».
Pubblicato sul sito del governo cinese, il nuovo regolamento elenca una lunga serie di infrazioni. I visitatori non potranno portar via terriccio o mattoni, né potranno far alcun tipo di incisione o graffito. A essere proibito sarà anche l’utilizzo di veicoli e l’«organizzazione di attività in settori non aperti ai turisti». «Lo Stato - si legge sul sito - incoraggia cittadini e organizzazioni a inviare aiuti finanziari al Fondo per la protezione della Grande Muraglia». Il caso cinese però non è l’unico: l’Unesco da tempo guarda con preoccupazione allo stato di salute delle meraviglie del mondo.

Opere straordinarie dell’umanità che si sgretolano, perdono pezzi o sono state abbandonate all’inesorabile passare del tempo. Meraviglie come il minareto di Jam in Afghanistan, il palazzo Abomey in Benin, Abu mena, in Egitto, le mura della città vecchia di Gerusalemme. Tutte a rischio, tutte sull’orlo della rovina.

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