«Via il murale di Giuliani»: dopo 4 mesi è ancora lì

L’assessore Cadeo: «Sui graffiti politici la giunta prenda una posizione» Quello alla memoria di Dax venne cancellato nonostante le polemiche

Quattro mesi di minacce e male parole, ma lui è ancora lì. Indifferente allo smog, alla pioggia, al sole il volto di Carlo Giuliani troneggia sul muro di via Niccolini dal 29 settembre. Da quando cioè i compagni si diedero appuntamento in un caldo sabato pomeriggio per ritoccare e ripassare il murale per l’autonomo ucciso durante gli scontri del G8 a Genova. Un pomeriggio fatto di musica, bombolette spray, ricordi sotto lo sguardo allibito di uno schieramento di poliziotti chiamati per tutelare l’ordine pubblico. In serata la notizia che alcuni degli autori, tra cui Ozmo, che firma anche il graffito a Dax - quello cancellato in Darsena - e annoverato tra i migliori writers d’Italia, tanto da partecipare alla mostra al Pac «Sweet art, street art», record di visitatori, erano stati denunciati. Poi l’annuncio del vicesindaco Riccardo De Corato: «Gli imbrattatori sono già stati identificati dagli uomini della Digos, che erano lì per controllare la situazione e per loro scatterà la denuncia». Gli faceva eco l’assessore al Decoro Urbano Maurizio Cadeo: «Ho già dato disposizioni perché venga ripulito. Il graffito si trova sul muro di un’ex deposito Atm e quindi è di nostra pertinenza». Sta di fatto che il murale per Giuliani è ancora lì dopo quasi quattro mesi. Il motivo? «Il muro appartiene a più di un proprietario, privato, ma è stato difficile in catasto capire esattamente a chi appartenga - dicono dall’Amsa -. Trattandosi di privati, dunque, non possiamo intervenire a meno che non ci venga chiesto. E finora nessuno si è fatto sentire».
«La questione di Giuliani è anche una questione di ordine pubblico, l’esperienza mi insegna che gli autonomi verrebbero subito a contestare la cancellazione», afferma Cadeo. Diverso però il destino del murale a Dax, Davide Cesare, il militante dell’Orso ucciso in via Brioschi, su quello l’amministrazione comunale era stata inflessibile, suscitando polemiche da più fronti. Anche dalla stessa giunta, con l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, che aveva sollevato un vespaio, invocando la pietas nei confronti dei graffiti alla memoria, indipendentemente dal colore politico. «Proprio su questo aspetto, quello dei murales politici - continua Cadeo -, ci vorrebbe una posizione univoca da parte della giunta, che invece regolarmente si divide. Per me si tratta solo di una questione di decoro. Il giorno dopo la cancellazione di tutti i graffiti dalla Darsena erano ricomparse delle scritte, che avevamo ripulito. E di nuovo il giorno dopo. Adesso è ancora ricoperta di murales. Dobbiamo spendere soldi tutti pubblici per questo? Gli amministratori di condominio, per quanto riguarda la pulizia degli stabili, dovrebbero collaborare molto di più».


Più incoraggianti i dati Amsa sulla campagna di pulizia dei palazzi: «Nel 2007 - spiega Cadeo - abbiamo pulito 7.314 palazzi, superando il tetto dei 7mila che era l’obiettivo che ci eravamo prefissati, in questi dieci giorni del 2008 siamo già a quota 400». Numeri che continuano a escludere Giuliani.

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