Grazie alla maggioranza che governa la Provincia di Milano non ci sarà «giorno della libertà». Nessuna iniziativa negli istituti scolastici per «sensibilizzare gli studenti sul significato del muro di Berlino quale simbolo di intolleranza ed oppressione, con lauspicio che non via più bisogno di erigere muri tra i popoli». Nessuna manifestazione per ricordare labbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione dei popoli oppressi dal comunismo.
Lha deciso il consiglio provinciale che con tredici sì, sedici no e cinque astenuti ha respinto lordine del giorno presentato dal capogruppo di Alleanza nazionale, Paola Frassinetti, e sostenuto dalla Casa delle Libertà. Evidentemente, «il comunismo è ancora unesperienza storica da rivendicare con orgoglio» annota Frassinetti. Opinione che trova riscontro nel dibattito: infatti, mentre Nello Patta (Rifondazione) sostiene che «il comunismo è qualcosa di importante nella storia di liberazione dei popoli oppressi», Ezio Casati (Margherita) invita «a ritirare lordine del giorno» condividendo la tesi dei consiglieri diessini che lo definiscono «revisionista».
Valzer di distinguo di chi - spiega Attilio Gavazzi (Fi) - «sembra dimenticarsi che, nellanno 2005, ci sono ancora campi di rieducazione in Cina» o, come aggiunge Marco Malinverno (Udc) «arretra colpevolmente il dibattito politico dentro le culture tradizionali della destra e della sinistra».