Come musei e ville da star: ecco le case dei genovesi vip

Come musei e ville da star: ecco le case dei genovesi vip

(...) dove tutti - nessuno escluso - vorremmo un po’ curiosare. L’hanno fatto per noi Anna Orlando e Adriano Bacchella, lei, storico dell’arte innamorata della sua città, raccontandoci l’emozione di calcare pavimenti che hanno fatto la storia, o di guardare da finestre dove l’occhio cattura tutto il golfo, lui con l’obiettivo del fotografo, che immortala l’attimo. Il risultato è un libro accattivante edito da «Adarte», rilegato, dal grande formato e tutto da sfogliare. All’interno c’è Genova con la sua gente. Certo, gente di un certo tipo, quella che vive in case dove altri possono solo pagare il biglietto per entrare. E speriamo che non ne vedano le immagini personaggi del calibro di Brad Pitt e Angelina Jolie, perché loro, sempre a caccia di castelli e simili, potrebbero innamorarsene. In tutto ci sono una ventina di case, dal cuore dei carruggi, alla collina di Sant’Ilario, nel cuore della Strana Nuova, quella di Tursi e dei Musei, fino alla palazzata a mare, patrimonio dell’Unesco. Non sappiamo chi viva dove, il libro non ce lo svela. A Genova, ce lo ricorda l’autrice, regna l’understatement, sarebbe impossibile fare la mappa con gli indirizzi. Ma non importa. Il bello è godersi il volume pagina per pagina e magari scommettere di aver indovinato uno scorcio svelato.
Ci sono case che hanno vissuto già tanto. E insieme con le testimonianze del passato mostrano i segni del vivere moderno. Come nel capitolo «Eleganza cosmopolita tra gli ulivi»: siamo a Nervi in una casa nata nel 1937 su idea dell’architetto Tomaso Buzzi. Rinnovata negli anni Cinquanta oggi mantiene ancora molti dei particolari raffinati (moquette a motivi floreali e arredi originali) che la fecero una dimora prestigiosa. Da Nervi al centro si fa tappa a Strada Nuova, dove c’è una dimora tra le più prestigiose tra quelle raccontate nel volume e che è stata ristrutturata nel 2004 quando i proprietari hanno riscoperto alcuni affreschi di Bernardo Strozzi e hanno deciso di lasciare parte del palazzo visitabile al pubblico. «La sorpresa delle sorprese è il giardino pensile, incredibile per chi non conosca bene Genova nell’intimo dei suoi angoli di città nascosti ai più», dice Anna Orlando, che continua «Chi è accolto dalla squisita ospitalità dei padroni di casa negli spazi davvero privati del tran tran cittadino, è avvolto da un profumo intenso di eleganza, nel sobrio equilibrio tra gli ambienti affrescati fin dai tempi del manierismo e poi ancora nel Sei Settecento, e gli interventi moderni, da quelli dirompenti di Franco Albini nel 1969 (vedi una scala rosso fuoco che collegano il piano nobile al terzo piano ndr) ai più recenti adattamenti dell’intero piano che si affaccia sul giardino».
Dal cuore del centro al quartiere residenziale per eccellenza: Albaro, dove in una vecchia scuderia è stato ricavato un «appartamento» dove la luce, complici i riflessi di una piscina, sembra quella dei Caraibi. «Sopra - si legge - la villa cinquecentesca dell’epoca in cui Galeazzo Alessi disegnava per i Magnifici della Superba splendidi cubi, il cui rigore esterni celava secolari accumuli di ricchezze, fasto di decori splendori di argenti. Sopra il parco con i pini secolari che svettano sul cielo blu di tramontana. Sotto, strappate al buio del sottoterra, all’anonimato degli ambienti di servizio, all’abbandono di una scuderia che non alloggi più né carrozze né cavalli, un’infilata di stanze nel chiarore di un bianco insistente vivono di vita nuova».
Si torna poi ai carruggi, anzi dentro il loro cuore. A pochi passi da San Siro, quella che fu la prima cattedrale della città. Giù il suq dei vicoli, dentro le bifore medievali, i capitelli in marmo, le volte affrescate dal genovese Bernardo Castello, le sculture lignee che arrivano dal medioevo cinese di epoca Song.
Ma Genova è anche architettura Razionalista. E, in piazza della Vittoria, Anna Orlando ha scovato uno dei rari spazi che non sono stati lasciati agli uffici. Dall’open space regolato da grandi pareti scorrevoli alla terrazza che corre lungo tutto un lato dell’attico e che si affaccia sulla città. Dal contemporaneo al Barocco, nelle case dei genovesi c’è tutto. Naturalmente molto di più di quanto ci sia possibile dirvi in questo spazio. «Le case contemplate - spiega Anna Orlando - potevano essere molte di più, ma la selezione non è solo il frutto della casualità degli incontri che la vita offre», a monte c’è la volontà di prospettare la lettore quanti più orizzonti possibili, la «varietà di una città». È fin troppo facile comprendere che per realizzare il volume ci voleva una persona speciale. Tanto genovese da saper entrare nelle case dei suoi concittadini in punta di piedi. E facendo finta di non vedere proprio tutto. Ma tanto cosmopolita da intuire la straordinaria unicità di alcune realtà che magari nemmeno pensiamo di possedere.
Azzeccato dunque - e non poteva essere altrimenti visto l’autore - il ritratto che di Anna fa Piero Ottone all’inizio del libro. «Anna Orlando, curatrice del libro, era la persona adatta per il successo dell’operazione. Proviene da una vecchia famiglia genovese, suo nonno, collezionista lui stesso, nella seconda metà del Novecento ha svolto una parte di primo piano nella vita di Genova, oltre che sul piano nazionale.

Anna conosce, nella sua città tante persone, oltre a ciò è esperta di storia dell’arte e di pittura».
Il libro sarà presentato oggi dalle 17.30 alle 20.30 in via Garibaldi 12.
«Case di Genova», a cura di Anna Orlando, fotografie di Adriano Bacchella. «Adarte» edizioni, 160 pagine, 165 illustrazioni, 59 euro.

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