Musica, buon cibo, lettura La libreria a tre dimensioni

Nella capitale dell'Uruguay c'è un'isola culturale rifugio di artisti e scrittori. E dall'anima italiana

Musica, buon cibo, lettura La libreria a tre dimensioni

Felice Modica

da Montevideo

Il 19 giugno ricorre el dia natalicio, cioè il compleanno, di José Gervasio Artigas, precursore del federalismo in Uruguay, padre della patria, eroe delle guerre d'indipendenza contro la Spagna, venerato in tutto il Sud America. Ad essere sincero mai l'avrei sospettato se, proprio il 19 giugno, trovandomi nella plaza Independencia di Montevideo, non mi fossi imbattuto in una parata militare con tanto di azzimati generali in alta uniforme, banda musicale, cameraman e fotografi, ai piedi del monumento equestre di Artigas, posto al centro della piazza su un piedistallo di granito. Il caudillo di bronzo guarda tutti dall'altezza di 17 metri, opera dell'artista di origine italiana Angelo Zanelli, che si aggiudicò il relativo bando nel 1913, ma la realizzò dieci anni dopo. Il tempo che la banda suoni una marcetta, che la voce stentorea di un generale pronunci alcune parole di circostanza e la folla si disperde nel giorno di festa nazionale.

Un altro piccolo assembramento ne prende però subito il posto. Stavolta sono lavoratori che protestano per l'innalzamento dell'età pensionabile. Ma quanto ha girato, questa Fornero... Sempre ai piedi di Artigas che, nella sua bronzea imperturbabilità, pare assumere un'espressione beffarda. Alle spalle della statua, la porta di pietra della ciudadela segna l'inizio della città vecchia, centro storico di Montevideo che, con l'animata peatonal Sarandí, conduce fino alla confusione del porto. Plaza Independencia, sede, tra l'altro, della presidenza della Repubblica, è il simbolo del potere politico; la peatonal Sarandí, della vita culturale.

A due passi dal teatro Solis, col suo denso programma di opere liriche (specialmente italiane) e da Palacio Salvo (il più famoso monumento della capitale, di stile «eclettico», dell'architetto italiano Mario Palanti), c'è la libreria Más puro verso, in una classifica redatta dal Time, tra le quindici più belle al mondo. Non le dimensioni - la stessa Biblioteca National di Montevideo, in avenida 18 de Julio, è di sicuro più imponente -, sono l'eleganza della costruzione, il gusto degli interni, la particolare collocazione nel cuore della capitale, la storia, l'utilizzo funzionale di questo immobile, a conferirgli un fascino particolare. Il palazzo, di stile art déco, risale al 1917 (quindi è tra i primissimi esempi americani di questo stile) ed è, tanto per cambiare, opera dell'architetto italiano Leopoldo Tosi. Ove non si fosse capito, tutte le cose belle, qui hanno il profumo dell'Italia...

Colpiscono subito le due grandi vetrate colorate, una delle quali ingloba un orologio perfettamente funzionante. Come l'ascensore, che collega i due piani dell'edificio ed è stato il primo in Uruguay. Tosi realizzò la sua opera per conto di Pablo Ferrando, che l'aveva destinata ad ospitare un negozio di ottica. Solo nel 2008, i proprietari della libreria Puro Verso la acquistano, trasformandola nella Más Puro Verso. Un anno dopo, il piano superiore diventa ristorante, senza sottrarre spazio ai libri, sempre padroni di casa. Specializzata anche nella musica, la libreria è il centro culturale più vivace di Montevideo. Un'isola tranquilla affacciata sul teatro Solis, frequentata da artisti e scrittori, che consente di osservare il caos urbano da una silenziosa prospettiva privilegiata. Degustare un calice di vino con accanto le prime edizioni di Borges, Onetti, Galeano non ha prezzo e, per la cronaca, costa anche poco, il che non guasta...

Impressionante la concentrazione di grandi scrittori in un Paese piccolo come l'Uruguay. Basti la famosa «generazione del 45», di Onetti, Galeano, Benedetti, che ha influenzato tutta la letteratura dell'America latina. Per Fernando Castillo, proprietario di Más Puro Verso col socio Rubén Forni, è anche merito del buon sistema scolastico nazionale. Qui la gente legge ancora. Lo dimostra l'attenzione verso i classici stranieri. Ad esempio, ho trovato l'opera omnia del mio amato Natsume Soseki (e di molti altri), il maggiore scrittore giapponese del Novecento, in Italia non ugualmente presente. La libreria partecipa alle vicende quotidiane con elegante prudenza. Il compleanno di Artigas, ad esempio, non è passato inosservato. In vetrina, accanto ai bestseller internazionali, ai libri illustrati sul porto di Montevideo, ai saggi antropologici sugli indios Charrua, spicca l'intervento di un professore che dimostra le virtù del caudillo, confutando le calunnie di chi invece lo vuole rozzo e sanguinario.

Nonostante esista solo dal 2008, da questo luogo incantato son passati in tanti, dal Nobel J. M. Coetzee, a Mario Vargas Llosa, a Petros Markaris. La libreria infatti organizza un vasto programma di eventi culturali che comprende seminari, conferenze aperte al pubblico, presentazioni di libri e dischi, concerti. Di recente, ha ospitato una chiacchierata con Petros Markaris (il «padre» del Commissario Charitos), sul genere noir e una conferenza di Luigi Ferrajoli, l'allievo di Norberto Bobbio, sulla Teoria del diritto e della democrazia.

Ultimo in ordine cronologico, l'incontro con Nuccio Ordine sul suo L'utilità dell'inutile. Un luogo perfetto per rappresentare plasticamente la necessaria bellezza della cultura umanistica, quella che sforna, con Longanesi, «buoni a nulla, ma capaci di tutto»...

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