
Sui social da giorni gira quella che i profani potrebbero considerare una "leggenda metropolitana": l'esistenza di un "link segreto" per acquistare i biglietti a 10 euro per i concerti di Elodie. In realtà è tutto vero e questi biglietti circolano già da settimane sia per lo stadio Maradona di Napoli che per San Siro a Milano. Per altro, i concerti di Elodie non sono nemmeno gli unici per i quali è possibile acquistare biglietti a prezzi così scontati, e non si tratta nemmeno di una novità assoluta per il mercato musicale italiano. Tuttavia, sulla questione è scoppiata la polemica. Ma cosa è successo?
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Esistono effettivamente dei "link" non pubblici che sono in realtà dei codici sconto che non dovrebbero diventare di dominio pubblico ma che sono destinati a sponsor, staff, collaboratori e parenti. Biglietti di cortesia, si direbbe, che possono essere acquistati a prezzo ridotto ma che non sono ufficialmente in vendita sui canali ufficiali, proprio per la loro straordinarietà. Però è successo che sia a Milano che a Napoli qualcuno ha fatto circolare questi codici e, come spesso accade in questi casi, una volta che soluzioni di questo tipo escono da un giro "protetto" è facile che diventino di dominio pubblico. Basta che avvenga un inoltro, poi un altro e un altro ancora e la diffusione diventa massiva. Alcuni suppongono che possa essere stato qualcuno di interno a far circolare i codici sconto per raggiungere il sold out ma si tratta di una possibilità remota, nonostante è plausibile pensare che ci sia stato comunque un traino per riempire gli stadi che, altrimenti, non sarebbero stati così occupati.
I prezzi base dei biglietti, infatti, partono da minimo 50 euro e non tutti possono permettersi di spendere una cifra di questo tipo per un concerto, soprattutto perché il target è spesso molto giovane.
Quel che è certo è che, come è ben noto, non è l'artista a scegliere il prezzo del biglietto dei suoi concerti, quindi accusare Elodie, e metterla alla gogna, è un esercizio di web hate pressoché inutile ma, purtroppo, sempre più comune. Ma è comprensibile la rabbia di chi li ha pagati a prezzo pieno.