Contro il regime di Teheran, la band Bowland: "Non si torna più indietro"

"Sar Oomd Zemerstoon" ("È finito l’inverno") è il titolo del brano cantato dalla band di Teheran per sostenere le manifestazioni contro il regime: "La nostra musica per chi rischia la vita ogni giorno"

Contro il regime di Teheran, la band Bowland: "Non si torna più indietro"

Iraniani di origini, fiorentini d’adozione. Lei Low, Peijam Fa e Saeed Aman sono amici dai tempi del liceo e questo legame ha permesso la nascita di Bowland, un progetto musicale difficile da definire, semplicemente ammaliante. A quattro anni dallo straordinario cammino a X Factor, i tre iraniani sono pronti a lanciare il nuovo disco. Ma non solo. Hanno deciso di metterci il "faccione" per biasimare senza mezzi termini il regime di Teheran, schierandosi al fianco di chi ogni giorno rischia la vita in nome della libertà. Da qui, la decisione di registrare una propria versione di un canto di resistenza molto conosciuto nel loro Paese: "Sar Oomd Zemerstoon", ovvero "È finito l’inverno". I Bowland hanno le idee chiare: non si torna più indietro, la rivolta si chiuderà con una vittoria.

Avete deciso di interpretare una canzone di resistenza, consapevoli che questa azione potrebbe portare a un esilio duraturo. Quanto è stato importante per voi mettervi in gioco?

"Per noi è stato più che una scelta, una questione di dovere. Quando abbiamo visto il coraggio e la tenacia delle donne e dei giovani iraniani nei confronti di uno dei regimi più brutali del mondo, non riuscivamo più a tacere e a non sentirci coinvolti. Abbiamo deciso di usare la nostra musica, che è quello che sappiamo fare meglio, per dare più voce al nostro popolo e anche per mandare un messaggio di solidarietà a chi ci segue dall'Iran. Uno dei motti più diffusi di questa rivoluzione dice che ognuno debba fare anche solo un passo in avanti. Questo è stato il nostro primo passo. Poi abbiamo continuato a fare altri passi nei limiti delle nostre possibilità e non ci fermeremo finché non vinceremo".

Avete parenti in Iran? Riuscite a sentirli?

"Sì, abbiamo i nostri genitori là, anche tanti parenti e amici. Cerchiamo di restare in contatto il più possibile. Ma le restrizioni su internet si fanno ogni giorno più severe. Ormai tutti i social e le applicazioni di messaggistica sono bloccati in Iran (Facebook, Twitter, Instagram, Whatsapp, Telegram) e quindi diventa sempre più difficile parlare con le persone. Chi vive in Iran deve dotarsi di strumenti come le VPN per poter aggirare le censure, la maggior parte delle quali non funzionano a lungo perché vengono decifrate e bloccate dal governo. Quindi occorre trovarne nuove strade".

Siete preoccupati per i vostri cari?

"La più grande preoccupazione è per nostri amici, i più giovani, che sono quelli che scendono in piazza per protestare e che rischiano tutto. Diversi amici sono stati arrestati in questi mesi, e per fortuna rilasciati dopo. Ma il peggio può capitare a chiunque, quindi la preoccupazione è costante".

Bowland

Secondo molti, da qui non si tornerà più indietro. Lo credete anche voi? Questa ondata di protesta è riuscita a tracciare un solco verso la libertà?

"Assolutamente! Questa volta è diverso, non si tornerà più indietro. C'è stata una rottura netta tra la maggior parte del popolo ed il regime, una frattura impossibile da colmare. E per questo noi, come tanti altri nostri coetanei, siamo molto ottimisti. Non è possibile stimare il tempo che ci vorrà ma abbiamo già fatto passi da gigante. La quantità e la qualità dei cambiamenti avvenuti in Iran in questi tre mesi sono impressionanti. Senza dubbio questa rivoluzione sarà vittoriosa e vedremo finalmente la libertà vera in Iran".

Avete mai pensato di tornare in Iran per prendere parte alla protesta?

"Sì, certo, il nostro cuore è là in tutti i momenti. Però c'è un alto rischio di essere arrestati subito all'arrivo nel Paese, per cui crediamo di poter essere più utili per la rivoluzione se continuiamo le nostre attività qui, ampliando la voce del nostro popolo e mettendo pressione sulla politica occidentale per aumentare le pressioni sul governo iraniano su più fronti. Poi bisogna considerare che per le persone conosciute è quasi impossibile partecipare alle proteste, perché vengono subito riconosciute e arrestate, con potenziali gravissime conseguenze".

Passando al vostro percorso artistico, quanto è stata importante la musica per acquisire la libertà? L'Italia vi ha aiutato in questo processo?

"Abbiamo iniziato il nostro progetto musicale dopo anni che vivevamo qui. Non ci siamo trasferiti in Italia per fare musica, ma per studiare. Ma, in ogni caso, in Iran avere la cantante donna come frontwoman e fare il nostro tipo di musica è considerato un reato dalla legge, quindi è stato fondamentale per la nostra crescita artistica avere le libertà che abbiamo qui in Italia. Inoltre, sin dai primi giorni siamo stati accolti e supportati dagli italiani e ci sentiamo a casa qui. E visto che se fossimo in Iran non avremmo potuto avere la carriera che abbiamo adesso, siamo doppiamente grati nei confronti degli italiani per il loro supporto e la loro ospitalità".

Bowland 4

Il vostro cammino è affascinante, qual è l’ingrediente segreto dei Bowland?

"Forse la nostra amicizia, nata ormai più di 20 anni fa. Il progetto musicale viene molto dopo, questo legame probabilmente è ciò che ci rende un po' diversi da tanti altri gruppi musicali. C'è anche il fatto che non siamo dei musicisti accademici e prima di Bowland non avevamo mai pensato che la nostra professione potesse diventare la musica. È tutto successo molto casualmente e in maniera organica, senza alcun ‘progetto’ pianificato".

So che state per chiudere un disco: a che punto siete?

"Con le canzoni siamo quasi alla fine, manca pochissimo. Ora dovremo passare alle prossime fasi della produzione, accordi e così via... Se tutto va bene, vorremmo uscire nel 2023, dopo la fine dell'inverno".

Oltre al disco, quali sono i vostri prossimi progetti?

"Sicuramente siamo molto felici di iniziare a preparare il tour e dare avvio alla prossima stagione di concerti.

Inoltre, abbiamo anche finito da poco una colonna sonora per un lungometraggio italiano che non vediamo l'ora di poter condividere con il pubblico. Probabilmente ci saranno anche altri progetti nel campo delle colonne sonore nel 2023 che speriamo di poter annunciare presto".

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