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"Svaluta i diritti degli artisti". Billie Eilish & Co. contro l'intelligenza artificiale generativa

250 cantanti statunitensi hanno firmato un appello online contro l’intelligenza artificiale generativa: “Minaccia la possibilità di proteggere la nostra privacy, la nostra identità, la nostra musica e i nostri mezzi di sussistenza”

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Il mondo della musica contro l’Ai. Billie Eilish, Nicki Minaj, Stevie Wonder, Pearl Jam, Kacey Musgraves, Camila Cabello e più di duecento altri artisti hanno firmato un appello online contro l'intelligenza artificiale generativa che utilizza il loro lavoro senza autorizzazione per formare modelli che competono con loro. I cantanti statunitensi hanno sposato la battaglia dell’organizzazione no-profit Artist Rights Alliance che invita all'uso artificiale società tecnologiche di intelligence, sviluppatori, piattaforme, servizi di musica digitale e piattaforme per smettere di usare l'intelligenza artificiale "per violare e svalutare i diritti degli artisti umani".

Nella missiva viene evidenziato che alcune delle più grandi e potenti aziende stanno usando il lavoro degli artisti americani per addestrare modelli di Ai: “Questi sforzi mirano direttamente a sostituire il lavoro degli artisti umani con enormi quantità di 'suoni’ e 'immagini’ creati dall'intelligenza artificiale che diluiscono sostanzialmente le royalties pagate agli artisti. Per molti musicisti, artisti e cantautori che cercano solo di sbarcare il lunario, questo sarebbe catastrofico.

Jen Jacobsen, direttore esecutivo dell’ARA ha sottolineato che tanti artisti devono già fare i conti con il complicato mondo dello streaming e la nuova sfida legata all’Ai rischia di risultare esiziale per una fetta di cantanti. La petizione “Stop Devaluing Music” (“Basta svalutare la musica”, ndr), Billie Eilish & Co. hanno rimarcato di non essere contrari ad un utilizzo responsabile dell’Ai, ma non c’è possibilità di apertura circa l’uso “irresponsabile” che minaccia la possibilità di proteggere "la nostra privacy, la nostra identità, la nostra musica e i nostri mezzi di sussistenza".

Una presa di posizione netta, che segue quanto stabilito dal Tennessee con l’Elvis Act. La legge entrerà in vigore il prossimo primo luglio e tutelerà cantautori e artisti dai potenziali pericoli dell’Ai. Riflettori accesi sul possibile plagio e sulle ripercussioni di natura economica.

Una situazione fuori controllo con conseguenze potenzialmente devastanti per l’industria musicale.

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