Milano Tradito da un cane, vero, e da un’ochetta, disegnata. Il primo è l’animale da compagnia di Venanzio e Marta, il pennuto invece era stampigliato nelle mutande dell’uomo. Spuntate fuori, in bocca al quadrupede, dalla camera da letto di Gianni, vicino di casa, nonché compagno di Venanzio in tante battute di caccia. La moglie fa due conti, facili. E chiede la separazione, subito concessa da Venanzio che però si impunta sull’affidamento del cane. E per risolvere il contenzioso deve intervenire il «tribunale degli animali» promosso dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente.
«È un servizio on line, garantito da 132 avvocati, che riesce a dirimere non poche questioni: l’anno scorso abbiamo toccato quota 46mila casi» spiega Lorenzo Croci, presidente Aidaa che un paio di mesi fa ha dovuto anche occuparsi di Charlie, un bassethound residente non lontano da Legnano. Charlie infatti vive con Marta e Venanzio (nomi di fantasia come Gianni) coniugi innamoratissimi di 40 anni o giù di lì. Lui ha una passionaccia per la caccia, che lo porta spesso nella Brianza lecchese a caccia di trofei.
E qui, galeotta fu la doppietta, incontra Gianni, 46 anni, e tra un fucilata e l’altra i due cadono preda di rovente passione. Tanto che Gianni si trasferisce nel condominio dei coniugi, diventando il terzo lato del triangolo. A insaputa della moglie ovviamente che una sera a casa dell’amico, dove si è recata con Venanzio e Charlie, scopre inopinatamente la tresca. Il cane infatti vaga per casa, si infila in camera da letto ed esce con le mutande di Venanzio in bocca. Inconfondibili perché le aveva comprate lei e avevano una ochetta, allusione neppure tropo fine, sul davanti.
Svelata la tresca a Marta non resta che chiedere la separazione dopo aver cacciato il marito di casa. Che non fa neppure tanta strada, attraversa il pianerottolo e si piazza dall’amico. Resta da decidere la sorte di Charlie a cui Venanzio, proprietario ufficiale del cane, rimane legato nonostante il tradimento. Così per evitare una lunga e dispendiosa battaglia legale, i due si rivolgono al tribunale degli animali. Gli avvocati prendono la vicenda in esame, parlano con le parti e alla fine arrivano alla sentenza accettata dagli ormai ex coniugi.
Punto primo: Charlie rimane di Venanzio, ma potrà essere accudito da entrambi. Punto secondo: al cane è concesso di continuare a dormire nella cuccia all’interno dell’appartamento coniugale ora affidato a Marta. Punto terzo: le spese di mantenimento e le cure veterinarie saranno equamente divise.
Ai volontari dell’Aidaa il compito di verificare per tre anni, con cadenza semestrale, il rispetto delle regole sottoscritte dai due. Con una clausola che prevede per chi dovesse infrangerle la perdita del diritto di vedere Charlie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.