Piera Anna Franini
da Monreale
Domina la Conca doro, ora fattasi ferrigna per effetto delle speculazioni edilizie. È uno scrigno di mosaici così belli da togliere il fiato, gioiello normanno che accoglie e armonizza larte bizantina, romanica e araba. Quella di Monreale campeggia nella classifica delle più belle cattedrali dItalia, ragionevole, dunque, che il Fai ed entourage (Mediaset, Publitalia 80 e Serate Musicali di Milano) abbiano pensato a lei per lormai tradizionale concerto con Riccardo Muti, lappuntamento annuale con la musica a sostegno dei beni tutelati dal Fai. Cattedrale già nota a Muti che 24 anni fa la inserì fra le tappe della tournée con la Philharmonia Orchestra di Londra, complesso che il 16 settembre, a Lussemburgo, lha eletto membro donore, unonorificenza accordata solo a Klemperer. Sempre sul versante delle orchestre straniere, Muti ci anticipa che nel 2007 riporterà in Italia la Chicago Symphony Orchestra.
«In un momento dove sembrano dominare le bruttezze, è meritevole che ci si preoccupi di preservare le bellezze della natura e dellarte», reclama Muti. E dal generale, al particolare: così pensieri e affetti corrono immediatamente alla Cherubini, lOrchestra di giovani che Muti ha voluto fortemente ed ora sta provvedendo a crescere. «Mi auguro che le istituzioni non labbandonino», ammonisce. Proprio la Cherubini era la protagonista del concerto di venerdì, a Monreale, cittadina alle porte di Palermo. Serata che ha catalizzato dame e cavalieri da tuttItalia, ma anche i genitori siculi dei giovanotti della Cherubini che fra una prova e laltra hanno profittato per la foto ricordo della sacra famiglia con il Maestro. Sè fatto forza pure lo studente di tromba di Palermo che tutto tremante, con la timidezza che gli mozzava le parole, sè accostato al direttore per chiedere un autografo. «Ricorda: se intendi diventare un direttore dorchestra, studia composizione» è lammonimento di Muti che motteggia le giovani bacchette digiune di composizione e la scuola americana («non riesce a fare un direttore che sia uno, salvo i casi Bernstein») più relativi trattati.
Una serata tinta di nero, quella di venerdì, a poche ore dal concerto è venuto a mancare lArcivescovo di Monreale, Cataldo Naro, al quale Muti ha dedicato quella bella lirica della notte che è il Notturno di Martucci, tessuto di suoni legati fino allo spasimo, fatta di piani e di pianissimi cantanti, un sussurro che ha fatto il paio con gli ammicchi schubertiani del fuori programma, Interludio Rosamunde. In mezzo, la Quinta Sinfonia di Beethoven, classica e imperiosa, con Muti che tira dritto, stringe, vuole e ottiene energia allo stato puro. I suoni sono prosciugati, balza in primo piano un ritmo incessante fino alla luce radiosa del finale che dimostra il teorema perfetto della forma sonata. Quella forma che fu lassillo di Schumann presente allappuntamento di venerdì con il Concerto per violoncello op. 129 affidato al giovane Johannes Moser, tecnicamente ineccepibile ma duna musicalità talvolta sotto il controllo dei ferrei studi appena finiti (a Berlino, con Geringas).
Il concerto a Monreale ha dimostrato che la Cherubini, complesso di formazione, sta crescendo. Su di lei hanno scommesso due città chiave della musica come Vienna e Salisburgo, vedi linvito al Musikverein e la presenza, dal 2007 al 2009, al Festival di Pentecoste di Salisburgo con programmi in omaggio alla scuola napoletana.
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