Mutui, tassi oltre la soglia del 4%

Non accadeva dal 2003. È la conseguenza degli aumenti del costo del denaro decisi dalla Bce

da Milano

Dopo quasi tre anni, i tassi sui mutui sono tornati a scavalcare la soglia del 4%, seguendo una tendenza al rialzo che è diretta conseguenza della duplice mini-stretta al costo del denaro decisa dalla Bce a partire dal dicembre dello scorso anno.
Già nell’ottobre 2005, gli istituti avevano cominciato a ritoccare verso l’alto le leve dei mutui, sulla scia degli aumenti dell’Euribor che anticipavano le mosse di politica monetaria dell’istituto guidato da Jean-Claude Trichet. Sette mese dopo, secondo i dati resi noti ieri dall’Abi, i tassi si sono attestati al 4,04%, un livello che non veniva raggiunto dal maggio 2003 (4,02%), anche se l’incremento complessivo è stato di 40 punti base contro i 50 dei tassi di riferimento di Eurolandia.
Le banche hanno intanto provveduto ad alzare, seppure leggermente, i tassi passivi, ovvero gli interessi corrisposti sui conti correnti. I saggi applicati alle famiglie e alle imprese sono infatti saliti all’1,03% dal precedente 0,99%, mantenendosi dunque ben al di sotto dell’inflazione (2%). Il conto corrente resta quindi essenzialmente uno strumento di gestione della liquidità, non potendo essere considerato un prodotto finanziario in considerazione del modesto rendimento corrisposto.
Il progressivo rincaro del costo del denaro non sembra comunque aver avuto finora un’azione di freno alle richieste di prestiti. Gli impieghi complessivi delle banche italiane - in euro e in valute diverse dall'euro - hanno registrato a marzo 2006 un tasso di crescita tendenziale pari all'8,6% a 1.214,5 miliardi, che si raffronta all'8,2% (rivisto da 8,6%) di febbraio 2006 e marzo 2005. Per quanto riguarda invece le sofferenze (i crediti di difficile riscossione) i dati fotografano la situazione a gennaio, mese in cui ammontavano a 16.957 milioni di euro, 1.901 milioni in più rispetto a fine 2005 e 4.604 milioni in meno rispetto a gennaio 2005: la variazione tendenziale è risultata di meno 21,35% a gennaio 2006 (meno 3,80% a gennaio 2005), soprattutto a motivo di operazioni di cartolarizzazione. Il rapporto sofferenze nette-impieghi totali si è collocato all'1,39% (rispetto all'1,90% di gennaio 2005).
Positivo infine l’andamento della raccolta. Il tasso di crescita tendenziale, stima il rapporto dell'Abi, è risultato in marzo del 9% circa contro l'8,35% di febbraio e l'incremento del 7,8% del marzo del 2005. I depositi da clientela crescono del 7,4% (+6,9% in febbraio) e le obbligazioni bancarie mostrano un incremento dell'11,4% (10,4% in febbraio).

In accelerazione e sempre su valori sostenuti, osserva l'Abi, è il trend della provvista sull'estero. Il dato riferito a gennaio mostra una provvista di quasi 400 miliardi di euro con un tasso tendenziale di oltre il 19% (più 17,5% nel dicembre 2005). La quota della provvista sull'estero ha superato il 25% del totale.

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