Milano - Il governo Usa riporta tranquillità sui mercati e le Borse volano. Le autorità degli Stati Uniti, epicentro della crisi globale dei mercati, sembrano esser riuscite a trovare la soluzione decisiva per stabilizzare la situazione a lungo termine: una gigantesca società-veicolo, raccoglitore pubblico delle attività a rischio sparpagliate nei bilanci delle banche. E, dopo una delle peggiori settimane della storia dell’azionario oggi le Borse salutano il piano di Washington con rialzi spettacolari. E oggi il Tesoro statunitense ha annunciato un piano per stabilizzare la situazione dei fondi mutualistici, particolarmente esposti alla crisi dei mercati finanziari. Il piano prevede un ammontare degli aiuti fino a 50 miliardi di dollari.
L'Europa vola Le Borse europee azzerano le perdite record di questa settimana causate dal crac di Lehman Brothers e dal salvataggio in extremis di Aig. L’indice paneuropeo Dj Stoxx 600, grazie all’imponente piano messo a punto negli Usa per trascinare fuori dalla crisi i mercati finanziari, si è riportato sui livelli dell’apertura di lunedì scorso a 278 punti. Si tratta di un rialzo record (+8,27 punti percentuali), il più consistente degli ultimi venti anni (1987). L’euforia si è concentrata sui settori azionari delle materie prime minerarie e su tutto il settore finanziario, con banche e assicurazioni in prima linea. Ma tutta la giornata è stata di gloria per le Borse. Piazza Affari chiude la seduta in netto rialzo. Il Mibtel segna una crescita del 7,7% a 21.227 punti, mentre lo S&P/Mib chiude a +8,62% a 27.877 punti. Per entrambi gli indici si tratta del maggiore rialzo degli ultimi 10 anni. Chisura in fortissima ascesa anche per la Borsa di Parigi con l’indice Cac 40 che è salito del 9,27, così come Londra in volo con l’indice Ftse 100 che è salito del 9,40%.
Il piano Paulson Il piano posto in atto dal governo statunitense per salvare i mercati finanziari potrebbe arrivare a valere circa dieci volte il piano Marshall. Infatti, quest’ultimo in dollari attuali equivale a circa cento miliardi, mentre quello preannunciato dal segretario al Tesoro Henry Paulson potrebbe attestarsi sui mille miliardi, come ha spiegato oggi il senatore repubblicano Richard Shelby. Il piano Marshall (Erp) fu annunciato nel maggio del 1947 dall’allora segretario di Stato Usa George Marshall, finalizzato alla ricostruzione europea dopo la seconda guerra mondiale. Il programma ebbe la durata di quattro anni, pari a circa 17 miliardi di dollari di allora. "Il governo federale deve mettere a punto un programma per rimuovere gli asset non liquidi, con un’azione che abbia un impatto massimo, incluso quello di proteggere i contribuenti" ha aggiunto Paulson, precisando che per il piano allo studio serviranno "centinaia di miliardi di dollari" e che un "ammontare significativo di soldi dei contribuenti sarà usato per fermare la crisi". Ma questo piano "costerà alle famiglie americane meno di altre alternative".
Bush: "Intervento necessario" Il presidente americano George W. Bush ha detto oggi che "è giunto il momento" di risolvere la crisi dei mutui e che un intervento del governo federale "è essenziale". "Nessuno perderà un dollaro". Bush è fiducioso che il denaro dei contribuenti che il governo investirà in un salvataggio senza precedenti del sistema finanziario potrà alla fine essere recuperato. "Crediamo che la maggior parte di questi soldi potrà essere alla fine ripagata" ha detto Bush dalla Casa Bianca, riconoscendo comunque che un ammontare "significativo" di denaro dei contribuenti sarà a rischio. Gli americani, ha concluso il presidente, devono comunque continuare ad avere "fiducia nella solidità dell’economia nel lungo periodo" ricordando che l’America "è il miglior posto al mondo dove investire".
Corre l'Asia Le Borse asiatiche rimbalzano dopo l’annuncio del governo Usa di aver avviato una discussione per un "vasto piano" destinato ad aiutare le banche nella dismissione degli attivi incedibili e l’iniezione di liquidità delle banche centrali. Tutte le piazze mettono a segno rialzi compresi fra il 4% e l’9%. Meglio di tutti fa Hong Kong che ha chiuso in rialzo del 9,6%. Subito a ruota la Borsa di Shanghai dove l’indice Composite ha riguadagnato 179,25 punti (+9,4%) chiudendo a 2.075,09 punti dopo essere sceso nella giornata di ieri addirittura sotto quota 17mila punti, ai minimi dal luglio 2006, prima di recuperare nel finale. La borsa di Shanghai ha beneficiato anche degli interventi decisi dal governo cinese che prima ha iniziato ad acquistare i titoli di alcune grandi banche e poi ha annunciato la soppressione della tassa dello 0,1% sugli acquisti delle azioni. Insieme al governo cinese, anche quello di Taipei ha deciso di intervenire per sostenere i mercati annunciando che, se sarà necessario, il fondo nazionale di stabilizzazione finanziaria interverrà sul mercato per supportare il prezzo dei titoli. La Borsa di Taipei ha reagito mettendo a segno un rialzo del 5,82%. In rialzo di oltre 4 punti percentuali anche le borse di Sidney (+4,3%) e Seul (+4,6%).
Rimbalzi più contenuti, invece, per la borsa di Tokyo dove il Nikkei ha terminato le contrattazioni a 11.920 punti in rialzo del 3,76% e per Bombay (+3,7% a 13.807,09 punti) dove hanno brillato informatica, telecomunicazioni e immobiliare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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