Nannini vecchia maniera: «Non mi venderò al web»

Nel doppio cd Giannabest tutti i suoi successi più tre inediti: «Un brano è dedicato ad Anna Politkovskaja»

da Milano

Lei mica è diversa da come te la immagini: parla e parla, con quella voce affilata che t’inchioda al muro. E brava Nannini che adesso pubblica Giannabest, ossia un riassunto in formato doppio cd della sua carriera e di come la vediamo noi, meravigliosa creatura del rock italiano. «È un album molto bello - dice lei a cento all’ora - ma mi piace di più il primo disco dei due, il secondo mi lascia così così. Sono canzoni degli anni Ottanta ed erano anni in cui forse non mi rendevo ancora conto di chi ero». Perciò in Giannabest ci sono in rapida sequenza tutti quei brani che ormai sono nell’album musicale di casa nostra, da Fotoromanza a Sei nell’anima fino a Latin lover e Bello e impossibile più tre inediti (tutti composti anche da Pacifico) che da soli valgono l’acquisto. E se Suicidio d’amore e Pazienza hanno uno stile che lo riconosci subito, in Mosca cieca c’è una tensione che scorre per tutto il pezzo. «È dedicato ad Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa a settembre di un anno fa. Ho celebrato l’anniversario della sua morte con alcuni suoi amici a Mosca. Sono ancora addolorati, quella donna è entrata nella coscienza dei russi che restano obbligati a vivere in uno stato di cecità permanente». Insomma, salta fuori sempre più forte, sempre più motivato, quello spirito della Nannini che non si è mai placato, che è rimasto acceso in tutti questi anni come se fosse ancora ai tempi dell’Università: ribelle e, soprattutto reattivo. La Nannini reagisce. La reazione per lei è una fonte d’ispirazione sin dai tempi di quel brano «fantasma» che spunta nel primo cd e che si intitola Sola con la vela. «È la prima canzone che ho scritto nella mia vita, era il 1971 e avevo appena patito una delusione d’amore: con quella ho provato a partecipare al concorso Voci nuove». D’altronde te lo conferma anche lei, con un ricordo che lascia quasi senza fiato: «Un giorno parlavo con Fabrizio De Andrè: lui diceva che aveva sempre bisogno di storie d’altri per trovare ispirazione. Io invece penso che tutta la gente che passa nella mia vita sia fonte di ispirazione». E allora ecco perché alla Nannini, che ha 51 anni e ha archiviato il suo primo successo già nel 1979, il secondo cd non piace poi tanto. «Io sono rinata lentamente dopo il 1983, quando ho avuto un esaurimento nervoso. Dopo quel momento ho acquistato doni e poteri, è come se avessi un’antenna nuova». Più sensibilità, più sofferenza.

«Ma sono in grado di sopportarla meglio», dice ora con la stessa voce entusiasta che poi si lascia sfuggire un «sto scrivendo un sacco di canzoni» che lascia intuire un altro album molto presto. «Ma non credo che lo venderò su internet come hanno fatto i Radiohead: bella idea, ma l’importante è far dischi belli».
Capito? \

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