da Donington
Una marcia trionfale ma non inaspettata, perché Daniel Pedrosa ha solamente messo in pratica quanto aveva mostrato di saper fare nelle prove. Questa gara Daniel poteva solo perderla e ci è andato vicino al quinto giro quando, nel tentativo di passare Melandri, in testa dall'inizio, è finito quasi fuori pista nella stessa curva dove poi Marco verrà infilato da Valentino Rossi.
«Ho cercato di superarlo - sono le parole dello spagnolo -, ma non riuscivo a fermare la moto in frenata. Mi avvicinavo sempre di più a lui e ho solo sperato che Melandri mi lasciasse un po' di spazio. Così è stato e mi sono salvato». Da lì in poi, Pedrosa non ha più avuto problemi: in cinque giri ha annullato il secondo perso nell'errore, al dodicesimo passaggio è andato in testa e lo si è rivisto solo al traguardo.
«È stato un fine settimana perfetto - commenta finalmente sorridente -, abbiamo lavorato bene in prova, ma nei primi giri ho faticato più del previsto. Poi, quando sono andato al comando, ho potuto imporre il mio ritmo».
Una vittoria prestigiosa, la seconda della stagione, che conferma le grandi qualità di questo piccolissimo pilota (un metro e mezzo per 46 chili) che quando è seduto sulla moto non riesce nemmeno a toccare con entrambi i piedi a terra. Un fenomeno di soli vent'anni capace di trionfare in 125 e in 250 più precocemente di Rossi e che adesso tenta l'impresa di conquistare il titolo della classe regina nell'anno del debutto.
È soprattutto Pedrosa a far paura ai piloti italiani, anche se in testa alla classifica continua ad esserci Nicky Hayden, ieri settimo, suo peggior risultato stagionale. Nicky è molto regolare, ma non ha lo stesso talento del suo giovane compagno di squadra, e per questo non viene troppo considerato da Rossi, Melandri e Capirossi. In più, la Honda fa di tutto per mandarlo in confusione, usandolo quasi come cavia, avendo invece un occhio di riguardo per Pedrosa. Che ha classe da vendere e, a parte un paio di occasioni, è sempre stato in lotta per le posizioni che contano. Nato alla scuola di Alberto Puig, suo attuale manager, Pedrosa è il capostipite di una scuola spagnola che può dominare il motomondiale per moltissimi anni.
A Donington i piloti iberici hanno dominato conquistando sabato tutte le pole e domenica tutte le gare (oltre Pedrosa, Lorenzo nella 250 e Bautista nlla 125).
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