Napoleone la chiamò «nazione ligure»

(...) delle generazioni passate può essere un utile strumento di conoscenza per impostare meglio l'avvenire. Le problematiche dell'immigrazione extracomunitaria e le difficoltà di adattamento si comprenderebbero certo meglio alla luce dell'analoga esperienza dei Liguri o andando ad analizzare le condizioni e gli espedienti di vita dei nostri emigranti non molte generazioni fa.
Vi sono fenomeni meno appariscenti, ma non trascurabili che riguardano il territorio. L'esodo dalla montagna non ancora terminato, che comporta in alcune vallate la desertificazione, con le conseguenze immaginabili. In altre aree dell'entroterra più appetibili la calata in massa di turisti stranieri, che acquistano interi paesi, sostituendosi gradatamente alla popolazione locale, per soggiornarvi poi nelle migliori delle ipotesi un paio di mesi all'anno.

Esiste una programmazione territoriale per frenare lo sdradicamento e guidare questi mutamenti?
Il lapidario giudizio di William Saroyan è un monito ancora attuale: «Coloro che non sanno ricordare il passato, sono costretti a riviverlo».
*etnoantropologo

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