Una gru, tre muletti, dieci uomini specializzati nella movimentazione di opere darte, oltre ad una struttura per la statica, e molti altri attrezzi particolari: questi i mezzi impiegati per il lavoro di ben quattro giorni necessari alla Soprintendenza per riportare allAccademia di Brera il monumentale gesso di Napoleone in veste di Marte Pacificatore, di Antonio Canova. Si tratta di un grande calco di gesso alto più di tre metri e pesante quasi due tonnellate, realizzato per una commissione giunta al Canova da Eugene de Beauharnais: lartista veneto aveva fatto fare ben cinque calchi prima dellopera finale in bronzo. Li costruì Vincenzo Malpieri nel 1808, e per essi fu subito individuata una destinazione: una copia sarebbe andata al fonditore, una a Napoli, una a Lucca, una allAccademia di Francia e una alla Biblioteca dellUniversità di Padova per lamico di Canova Daniele Francesconi. Fu proprio questa che, invece, dopo varie vicissitudini, giunse a Milano nel 1812 e trovò nel 1859 la sua collocazione definitiva nel cortile del palazzo di Brera: Francesconi, infatti, non era in grado di sostenere lelevato costo dellopera (più di trecento scudi dellepoca). Rimase quindi racchiuso in casse finchè il governo del Regno dItalia non acquistò la statua per lAccademia.
Fu però conservato negli scantinati, e solo nel novembre 2008 è stato affidato alle cure del restauratore Daniele Angelotto di Firenze. Ora si può ammirare nella Pinacoteca di Brera, Sala XV (via Brera 28. Ore 8.30-19.15, da martedì a domenica. www.brera.beniculturali.it).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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