Napoli, Amato manda i poliziotti in strada

da Roma

Giuliano Amato ancora «soffre». L’indulto ha rimesso in circolazione fior fiore di delinquenti, a Napoli rimescolando equilibri già di per sé precari, e «dinanzi all’indulto un ministro dell’Interno se non soffre non è un buon ministro dell’Interno», dice il titolare del Viminale illustrando al Senato il piano di sicurezza che ha appena cominciato a operare («sono 72 ore che a Scampia e a Secondigliano c’è una presenza permanente delle forze di polizia», assicura).
Un piano che, come nella tradizione cinematografica, si propone sostanzialmente di sradicare gli agenti dalle scrivanie per mandarli in strada. E salutato, proprio ieri mattina, da uno «spettacolare» agguato di camorra a Qualiano, dove i killer hanno sparato all’impazzata da un’autoambulanza. Il ministro non manca di soffrire, così, anche per le critiche che definisce «stupefacenti», in quanto «neppure Chicago si fermò dopo l’arresto di Al Capone» e in quelle stesse ore «i carabinieri stavano sradicando due consorterie camorristiche».
Un’audizione ferma, decisa, come al solito probabilmente ottimistica, quella davanti alla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Capace di irritare all’unisono quasi tutti i sindacati dei poliziotti (Siulp, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Consap, Fsp, Coisp, Uips). Il titolare dell’Interno ammette che «il nostro problema è fare in modo che la tensione non sia di una settimana ma permanente», dice. La camorra non dovrà avere la sensazione che «ha da passà ’a nuttata e tutto potrà continuare come prima, l’attuazione del piano deve rendere ’a nuttata permanente e senza fine». Per fare questo, spiega, ci saranno meno commissariati e più presidi sul territorio «con su scritto "Polizia di Stato", dove a qualunque ora di giorno e più facilmente della notte, il cittadino che ne ha bisogno trova comunque la polizia». Nei presidi infatti dormiranno gli agenti: «Capisco che spostare dal lavoro d’ufficio alle strade poliziotti abituati da anni al lavoro d’ufficio crea loro dei problemi, anche familiari. Ma non c’è dubbio - aggiunge esponendosi alle accuse di demagogia da parte dei sindacati - che ciò li riporta al lavoro scelto quando hanno deciso di entrare in polizia, altrimenti avrebbero fatto il concorso alle Poste... ».
«Bisognerà rimotivarli per restituirli a questa missione», è la ricetta di Amato. Ottimistica, perché risorse in Finanziaria non ci sono. Al loro posto, annuncia il ministro ai senatori, «troverete che nella Finanziaria sono state abolite le Direzioni interregionali di polizia: si cerca di eliminare strutture delle quali si può fare a meno per reperire personale da destinare all’attività di controllo e investigativa. I cento carabinieri in più destinati a attività investigative danno, infatti, un moltiplicatore molto più elevato di cento adibiti al controllo del territorio». Dei mille uomini in più previsti dal piano Napoli sicura «ben 400 vanno a creare una task force interforze di pronto intervento da impiegare in situazioni di emergenza, laddove cioè sarà necessario. Se ne parlava da anni, lo sperimentiamo oggi».
Amato spiega che le misure avranno una particolare attenzione al Sud, ma con proiezione nazionale, «perché non è che la criminalità sia un fenomeno solo meridionale».

«Certo - è la veritiera conclusione - non siamo così poliziotti da pensare che questi interventi bastino da soli a garantire la sicurezza di Napoli, che dipende da tutta una serie di condizioni più generali. Senza di esse, rischiamo di fare la figura di quelli che buttano fuori l’acqua da una barca sfondata con un pentolino».

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