Napoli - Rimproverato perchè
litigava con un suo compagno di classe, reagisce e prende a calci la maestra: è accaduto in una scuola
elementare a Barra, alla periferia est di Napoli, dove la donna a causa del colpo è stata operata per
l’asportazione della milza.
La notizia è riportata oggi dal quotidiano Il Mattino. È avvenuto tutto in pochi attimi, per un equivoco. Il
ragazzino di dieci anni, credendo che un suo compagno di classe lo stesse prendendo in giro, gli scaglia contro
un porta penne. È allora che la maestra, Maria Marcello, 48 anni, da tre anni docente al 48esimo Circolo didattico "Madre Claudia Russo", interviene per evitare che tra i due si scateni una rissa. Tiene Salvatore per un braccio e
lui inizia a scalciare: uno dei calci colpisce la maestra al fianco. Un forte dolore e poi il ricovero a Villa Betania:
la donna viene sottoposta ad un intervento di tre ore.
Chiara la diagnosi: asportazione della milza per una rottura proprio in seguito al calcio del ragazzino.
Prognosi riservata E' ancora in prognosi riservata Maria Marcello,
l’insegnante del Circolo didattico "Madre Claudia Russo" di Barra (Napoli), alla quale è stata asportata la milza
dopo che era stata colpita con un calcio da un suo alunno di 10 anni.
Intanto la polizia, su delega del Tribunale dei Minori, sta in queste ore ascoltando sia la docente che la preside
dell’istituto, Rosa Seccia, per cercare di capire se il gesto del ragazzino sia isolato o se invece in passato si siano
verificati altri suoi comportamenti del genere.
Su quanto accaduto indaga il commissariato di polizia di San Giovanni a Teduccio.
Il bambino
"va accolto", ha bisogno più che mai
di tutti. Lo dice Biagio Estatico, il marito dell’insegnante in prognosi riservata. "È accaduto qualcosa che non doveva accadere - dice Estatico, che risponde accanto alla porta
della stanza in cui Maria Marcello, sua moglie, riposa -, ma io ho letto subito questo episodio come un
campanello d’allarme. Questi bambini hanno bisogno di tante altre cose, di tante persone che siano i
grado di aiutarli a crescere". Va perdonato, quindi. E così reagirà anche la maestra: "Siamo insegnanti
da 25 anni tutti e due. Per noi questo lavoro è una missione. Viviamo all’insegna della fede in Dio, io mi
sono formato nella congregazione religiosa dei fratelli delle scuole cristiane, e la mia non è una reazione
artefatta. Il perdono è un sentimento in cui crediamo. Quello che è accaduto deve servire da stimolo a
interrogarci sulla nostra societa". "Oggi mia moglie è di nuovo con noi - continua Biagio -. È ancora in prognosi riservata, e sarà in
osservazione per 5 giorni. Io però sono orgoglioso della sanità del nostro Paese e della nostra città: se i
medici non si fossero attivati immediatamente, sarebbe morta per emorragia. È qui che è iniziata la
nostra fortuna, in questo ospedale in cui sono riusciti a restituirmi mia moglie viva".
È ancora difficile oggi ricostruire la dinamica dell’accaduto attraverso il racconto della maestra: "Mia
moglie non conosceva l’alunno, perchè si stava 'somministrando', come dicono alle scuole elementari, il
test dell’Invalsi. Per dare la sensazione ai ragazzi di essere valutati da insegnanti esterni, i maestri
ruotano. Così mia moglie, che insegna nella cosiddetta 'area comune', non conosceva i bambini fra i
quali è intervenuta". "È ancora molto affaticata dall’intervento. Non ha potuto raccontare molto. Ha detto
che dopo quel calcio si è sentita male - continua -. La collega le ha chiesto che cosa le stesse
succedendo e lei ha detto solo 'Sto male, mi fa male' poi è sbiancata e si è accasciata".
Nessuna notizia, oggi, dalla famiglia dell’alunno? "Non escludo che i genitori ci abbiano cercato -
risponde Estatico -.
Abbiamo chiesto di far salire in camera soltanto i parenti stretti". Cosa bisognerebbe dire, comunque,
al bambino, oggi? "Io mi auguro che abbia dei consiglieri giusti. Ora più che mai ha bisogno di essere accolto, un pò da
tutti.
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