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Napoli, inchiesta lampo per mandarlo a processo. Berlusconi: "È ridicolo"

Caso Saccà, chiusa in un mese l’indagine. "Siamo in piena patologia. Spero si torni presto alle urne per riformare in profondità la giustizia"

Napoli, inchiesta lampo per mandarlo 
a processo. Berlusconi: "È ridicolo"

da Milano

Cinque attrici. Cinque ragazze di belle speranze segnalate dal dirigente Rai Agostino Saccà per inserirle nel cast di alcune fiction, fa cui Incantesimo. Questa presunta raccomandazione costa a Silvio Berlusconi l’ennesima richiesta di rinvio a giudizio, per un reato gravissimo: corruzione. Al termine di un’inchiesta più veloce di una freccia, la Procura di Napoli chiede il processo per l’ex premier, così come nei giorni scorsi aveva fatto per Saccà, per un commercialista e per un consulente finanziario. Dalle parti del centrodestra sale un coro di indignazione: «Che vergogna», esclama il portavoce del Cavaliere Paolo Bonaiuti. E l’ex premier si sfoga con il suo difensore Niccolò Ghedini: «È un’inchiesta inesistente, semplicemente ridicola. Interessatene tu, è una tale assurdità».
Ma i Pm campani tirano dritto e si preparano a sostenere l’accusa davanti al gip. In pratica, Saccà, ora autosospesosi dall’incarico di direttore di Rai Fiction, avrebbe assecondato le pretese di Berlusconi a ragion veduta. Il Cavaliere, infatti, «leader dello schieramento di opposizione e maggior imprenditore privato del settore televisivo italiano» gli avrebbe garantito in cambio «la promessa di sostegno finanziario, imprenditoriale e politico, da assicurarsi, fra l’altro, anche dalla diretta partecipazione dello stesso... al capitale della costituenda società realizzatrice dell’iniziativa privatistica del progetto denominato Pegasus ideata e promossa da Saccà». Dunque, il potente manager avrebbe barattato volti nuovi nelle fiction di casa Rai con un robusto aiuto per dare corpo ai propri progetti.
«La Procura di Napoli - è la replica di Niccolò Ghedini, senatore e legale del Cavaliere - in modo a dir poco incredibile, pur essendo chiaramente incompetente territorialmente, anziché occuparsi della gravissima situazione presente in Campania, trova il tempo di chiedere il rinvio a giudizio del presidente Berlusconi per un fatto assolutamente inesistente. Destano straordinaria sorpresa - prosegue Ghedini - i tempi di questo procedimento che sono davvero da record».
Torna sul tema della competenza con parole dure anche il difensore di Saccà, Marcello Melandri: «La richiesta di rinvio a giudizio anche per Berlusconi conferma l’intenzione del Pm di Napoli di affrettare i tempi proprio per rendere vane le precedenti richieste al Pg della Cassazione di spostamento del processo». Così, il 3 marzo l’argomento sarà oggetto di battaglia e anche questo fascicolo potrebbe prendere la strada della capitale così come quello, già trasmesso a Roma, in cui Berlusconi è accusato di aver tentato di comprare alcuni senatori della maggioranza.
Da Milano, Berlusconi commenta gelido: «Spero che si vada presto al voto e gli italiani ci diano una maggioranza sufficiente a poter fare una riforma in profondità della giustizia e della magistratura». Poi cambia registro rivolgendosi con voluto distacco a Ghedini: «È un’inchiesta inesistente, semplicemente ridicola. Occupatene tu». Da Montecarlo il figlio Pier Silvio allarga il discorso al tema delle intercettazioni Rai-Mediaset liquidandolo con una battuta: «Mi viene da ridere. Noi ci facciamo concorrenza fino a scannarci».
Insomma, l’orologio dei rapporti fra politica e giustizia sembra tornare indietro, ad una stagione incandescente. Con commenti durissimi. A cominciare da quello di Paolo Bonaiuti: «La solita magistratura politicizzata cerca invano di colpire l’immagine del leader dell’opposizione con accuse ridicole e risibili».
Le dichiarazioni polemiche si sprecano, così come era accaduto quando l’inchiesta era emersa: allora una delle telefonate intercettate fra Saccà e Berlusconi era stata messa on line. A proposito, per Stefano Pedica, capo della segreteria politica dell’Italia dei Valori, «è un bene apprendere che la Procura di Napoli abbia chiesto il rinvio a giudizio di Berlusconi per quanto emerso dalle intercettazioni con Saccà: i loschi maneggi per ottenere la caduta di Prodi».
Non è finita.

A Milano, altro fronte ribollente, si allontana la prescrizione nel processo Mills: il tribunale ha infatti accolto la contestazione suppletiva presentata dalla Procura nel procedimento in cui il Cavaliere è accusato di corruzione giudiziaria insieme all’avvocato inglese David Mills.

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