Napoli - Un tabaccaio di 47 anni è stato ucciso questa mattina a Sant’Antimo. Si tratta di Francesco Gaito. L’uomo, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato avvicinato da due rapinatori in piazza Matteotti, a metà strada del tragitto di 200 metri tra la tabaccheria e la banca. Stava andando alla filiale per depositare 7mila euro, l'incasso del week end. I due gli hanno esploso contro un colpo di pistola alla schiena, probabilmente perché il tabaccaio ha provato a reagire al tentativo di rapina. Quindi i due sono fuggiti, a mani vuote, perché l'intera somma è stata ritrovata nelle tasche della vittima, probabilmente a bordo di un'auto parcheggiata nelle vicinanze. Gaito lascia la moglie e due bambini.
Il sindaco protesta "Sono sgomento e infuriato. La nostra città è una delle realtà a rischio e lo sanno tutti. Non so che cosa debba accadere di più affinché si decidano ad aumentare gli organici delle forze dell’ordine". A parlare è il sindaco di Sant’Antimo Francesco Piemonte. "È la seconda volta che purtroppo la nostra città, in poco meno di un mese, sale agli onori della cronaca per fatti di criminalità. La gente è stanca e occorrono interventi - prosegue il sindaco - noi avevamo un presidio di polizia che è eliminato". Piemonte interpreta la rabbia di un’intera città ormai stanca "di subire l’attacco della criminalità".
Anche Confesercenti "La situazione non è più tollerabile. In provincia di Napoli occorrono misure urgenti per garantire più sicurezza ai commercianti e ai cittadini in genere" afferma il direttore della Confesercenti di Napoli, Tecla Magliacano, dopo l’uccisione del tabaccaio a Sant’Antimo. "A Napoli e nel Napoletano, imprenditori e commercianti, persone che fanno il loro lavoro onestamente - afferma Magliacano - sono ogni giorno minacciate dal rischio di rapine ed estorsioni. Un rischio che non siamo più disposti a tollerare perché, come è avvenuto questa mattina a Sant’Antimo, in certi casi può anche sfociare in tragedia. Le istituzioni hanno il dovere di intervenire per garantire più sicurezza, soprattutto perché coloro che sono più a rischio sono, come spesso accade, le categorie più deboli. In alcune città del nord d’Italia, dove abbiamo assistito ad escalation di violenza come quella napoletana, le istituzioni non sono rimaste in silenzio e si sono date da fare per trovare una soluzione al problema. Senza sicurezza non può esserci sviluppo.
Tutti dobbiamo divenire consapevoli che fino a che un padre di famiglia rischierà la propria vita ogni mattina andando ad aprire il proprio negozio non si potrà parlare di vero sviluppo, ma di lotta per la sopravvivenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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