Cronaca locale

Il clan D'Alessandro e la movida di Sorrento. Massacrato un dj per il pizzo

Così il clan D'Alessandro cerca di impossessarsi della movida della costiera. Pizzo e violenze verbali e fisiche. Arrestato un ventiduenne

Il clan D'Alessandro e la movida di Sorrento. Massacrato un dj per il pizzo

I carabinieri della Compagnia di Sorrento, su richiesta della Procura distrettuale antimafia, hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di E. G., un ventiduenne di Piano di Sorrento. I reati a lui contestati sono: tentata estorsione aggravata, lesioni personali e metodo mafioso.

A quanto pare la camorra ha messo le mani sulla movida della Penisola Sorrentina. Il ragazzo, arrestato questa notte, si faceva forte in nome del clan D'Alessandro, sodalizio camorristico operante nella zona sud di Napoli e soprattutto a Castellamare. L'ultimo processo che lo ha visti protagonisti racconta di 19 condanne per un totale di 312 anni di carcere.

L'episodio

Quanto avvenuto, riporta il Mattino, è riconducibile a un episodio avvenuto nell'estate del 2021. Il ventiduenne avrebbe minacciato e aggredito verbalmente e fisicamente un dj della penisola sorrentina. L'obiettivo era quello di imporsi sul territorio nell'organizzazione degli eventi e della movida della zona.

Le indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Sorrento coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno ricostruito un netto quadro probatorio a carico dell'arrestato. E.G. più volte ha avvicinato e minacciato il dj dissuadendolo dal continuare la propria attività professionale. E soprattutto gli ha chiesto il pizzo, vale a dire una cifra in denaro che non gli spetta per nessun motivo in cambio di protezione, per poter suonare nei locali della costiera.

L'azione criminale aveva come scopo quella di eliminare qualsiasi forma di concorrenza nel settore facendosi forte dietro la riconducibilità al clan D'Alessandro. Gli strumenti sono sempre gli stessi: violenza e intimidazione. Più volte l'indagato è andato anche sotto casa della vittima per dar vita a pestaggi "dimostrativi" tipici del "metodo mafioso". Sono state fatte anche perquisizioni dai militari, delegate dalla D.D.A anche nei confronti di altri tre indagati.

Il ventiduenne al momento si trova nella casa circondariale di Napoli-Secondigliano.

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