Intercettazione tra boss della camorra ed esponente del Pd: il partito ne chiede l’espulsione

Dalla telefonata sembrerebbe che il referente della criminalità organizzata spingesse per far lavorare una ditta controllata su appalti pubblici

Intercettazione tra boss della camorra ed esponente del Pd: il partito ne chiede l’espulsione

Sono trascorsi otto anni da quando la magistratura ha avviato le indagini su un presunto collegamento tra la camorra di Castellammare di Stabia e alcuni esponenti politici locali. Dai documenti dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia è spuntata una intercettazione datata 2014 che ha dato una grossa mano agli inquirenti. Nel corso della telefonata tra il boss Alfredo Bellarosa, che secondo i giudici sarebbe a capo di un’organizzazione criminale, e l’allora capogruppo del Partito democratico Francesco Iovino si parla di appalti pubblici. I nuovi fatti che sono emersi negli ultimi giorni hanno portato all’autosospensione dal Pd dell’esponente politico e hanno provocato la reazione dei vertici locali del partito di Enrico Letta.

Dall’intercettazione, sembrerebbe che Bellarosa spingesse per far lavorare una ditta controllata dalla camorra, chiedendo a Iovino di intercedere nei confronti del padre, che allora era un dirigente dei democratici, poi finito in carcere per le vicende dell’Usl 35. Per il momento, come riporta il quotidiano la Repubblica, i due esponenti politici del Pd non sono stati iscritti nel registro degli indagati, ma la telefonata verrà utilizzata in un processo che vede coinvolte ben trentacinque persone.

Il segretario del Partito democratico ha inviato una nota, nella quale prende le distanze da Iovino.“Quanto sta emergendo dalle inchieste – ha scritto il rappresentante dem – consegna un comportamento di un nostro iscritto, ex consigliere comunale, del tutto incompatibile con i valori identitari del nostro partito. La nostra priorità è stata sempre quella di combattere a viso aperto, con la schiena diritta e senza ambiguità, la camorra e tutte le mafie. Questo in primo luogo, nella nostra realtà, che vede una presenza opprimente e invasiva delle organizzazioni criminali”.

Sulla vicenda interverrà anche la commissione di garanzia regionale del partito. Da parte sua Iovino, nell’autosospendersi, ha dichiarato che chiarirà la sua posizione e di non essere assolutamente coinvolto. Si dice certo di far cadere le accuse mosse dalla magistratura nei suoi confronti.

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