Napoli, morte Ugo Russo: nove persone arrestate per la devastazione dell’ospedale

Il raid all’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli avvenne come "vendetta" per la morte di Ugo Russo, il 15enne ucciso da un carabiniere che aveva tentato di rapinare

Napoli, morte Ugo Russo: nove persone arrestate per la devastazione dell’ospedale

Dopo quasi due mesi di indagine, questa mattina gli uomini della Squadra mobile di Napoli, su delega della Dda e della Procura dei minorenni, hanno arrestato nove persone per aver devastato l'ospedale dei Pellegrini per "vendicare" la morte di Ugo Russo, il giovane ucciso in via Generale Orsini da un carabiniere, attualmente indagato per omicidio volontario, che voleva rapinare.

Tra i destinatari delle misure cautelari ci sono anche alcuni parenti, ma non i genitori, del minorenne ucciso. Sette ordinanze in carcere riguardano maggiorenni. Uno degli indagati è irreperibile. In cella sono finiti Gennaro Mancini, di 48 anni, Michele Incoronato, di 46, Salvatore Grasso, 45, Lucia Palumbo, 42 anni, Maria Pia Russo, 43. Il provvedimento è stato notificato in carcere a Giovanni Ivan Grasso, di 23 anni, cugino di Ugo Russo, già agli arresti per gli spari esplosi contro la caserma Pastrengo, sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli. L'inchiesta è condotta dalla squadra mobile e coordinata dal pool anticamorra diretto dal procuratore Giovanni Melillo.

I reati contestati a vario titolo sono di devastazione e saccheggio, interruzione di un servizio di pubblica necessità, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Coinvolti anche due minori. Per loro, su richiesta della procura minorile diretta dalla procuratrice Maria de Luzemberger, è stata disposta la permanenza in casa. Alla base delle indagini ci sono video e immagini dell’assalto all’ospedale. Tutti potranno replicare alle accuse nei successivi passaggi dell’indagine.

I fermi di oggi seguono quelli dello scorso 9 marzo quando i carabinieri avevano individuato e arrestato due giovani che avevano compiuto un altro atto criminale successivo alla morte dell’adolescente: i colpi di pistola esplosi contro la caserma Pastrengo. In quel’occasione furono arrestati Vincenzo Sammarco, 22 anni, e del già citato Giovanni Grasso. Per loro l'accusa di detenzione di armi da fuoco, violenza privata e danneggiamento, con l'aggravante del metodo mafioso.

La folle escalation di violenze avvenne nella notte tra il 29 febbraio e il 1° marzo. Russo tentò di rapinare il militare, che si trovava in auto con la fidanzata in via Generale Orsini.

Il militare, minacciato con una pistola che gli sarebbe stata puntata alla tempia, dopo essersi qualificato, esplose tre colpi con la pistola d’ordinanza, ferendo il 15 enne, deceduto dopo essere stato portato in ospedale. Alla notizia della morte del giovane divampò la violenza con gli spari contro la caserma Pastrengo e l’assalto all’ospedale Vecchio Pellegrini.

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