Cronaca locale

"La pizza è del popolo": ecco come Napoli risponde a Briatore

Nello storico locale di Gino Sorbillo, nel centro storico di Napoli, si è tenuta una lezione per spiegare come nasce la pizza e a quali costi

"La pizza è del popolo": ecco come Napoli risponde a Briatore

Se Briatoreattacca, i pizzaioli napoletani rispondono. E non solo a parole ma anche con i fatti. Perché sua maestà la pizza nessuno la deve toccare. E così intorno all’ora di pranzo in molti sono scesi in strada per manifestare il proprio disappunto contro il noto imprenditore che nei giorni scorsi aveva "osato" criticare un piatto amato dai partenopei, e non solo.

Un "affronto" che meritava una risposta. Un primo assaggio della protesta lo si aveva avuto nelle scorse ore navigando in internet: sui social si era scatenata la rabbia di quanti non avevano apprezzato le parole di Briatore sul prezzo, e in modo diretto anche sulla qualità, di una pizza. Ma c’è chi si è spinto oltre convocando una manifestazione per replicare in modo allegro e gustoso alle critiche lanciate dall’imprenditore.

L’appuntamento era stato fissato per le 12 di oggi dinnanzi alla storica pizzeria Sorbillo ai Tribunali, nel centro storico di Napoli. Tema dell’incontro era, in sostanza, realizzare una lezione per spiegare come nasce la pizza e a quali costi. Un incontro che ha riscosso un grande successo. Tantissimi, tra curiosi e pizzaioli, i presenti all’evento. Nessuna voglia di aizzare gli animi. Tutti, però, hanno il desiderio di difendere un prodotto che è nel cuore praticamente di tutti.

"Dice che se la pizza costa poco non è buona? Ecco, noi la facciamo così e gli ingredienti sono questi: assaggiatela e ditemi com'è", è la sfida lanciata da Gino Sorbillo attorniato da giornalisti, fotografi e i tantissimi clienti che fanno la fila per entrare nel suo locale. Per molti oggi c’è una sorpresa: in occasione dell’evento la "margherita" è venduta a quattro euro (sostanzialmente il prezzo criticato da Briatore), mentre quella "a portafoglio" è distribuita gratis ai cittadini. Un modo concreto per dimostrare che è possibile spendere poco per un prodotto di qualità.

Secondo Sorbillo quella scatenata dall’imprenditore è "una polemica stupida". "La pizza nasce come piatto popolare - ha continuato - e deve restarlo. A noi piace lavorare con il popolo e accontentare tutti, bambini, disoccupati, professionisti e pensionati. Davanti a una pizza sono tutti uguali e tutti devono potersela permettere".

Altro protagonista dell’iniziativa è stato il consigliere regionale e presidente della commissione Agricoltura della Campania, Francesco Emilio Borrelli. "La pizza nasce come piatto 'povero', alla portata di tutti, ma sano e genuino e vogliamo che resti tale. Briatore con i suoi modi ha offeso chi questo prodotto l'ha reso grande ed esportato in tutto il mondo e i miliardi di utenti che ogni anno si sfamano a prezzi popolari", ha spiegato l’esponente politico che ha annunciato la convocazione di "una commissione congiunta con il presidente della commissione attività produttive Giovanni Mensorio per audire i maestri pizzaioli e gli esperti grazie ai quali negli anni si sono ottenuti importanti riconoscimenti come il marchio Stg (Specialità Tradizionale Garantita) e il riconoscimento Unesco".

Ma vi è di più. Perché Sorbillo rilancerà la tradizione della "pizza a 8 giorni". Si tratta di un sistema che si utilizzava a Napoli, soprattutto nei bassi (le piccole abitazioni situate al piano terra con l'accesso diretto sulla strada, ndr), quando c’erano momenti di crisi. La persona mangiava la pizza, di solito quella fritta, con la promessa di ritornare a pagarla 8 giorni dopo. Un sistema che funzionava in quanto il debito veniva pagato.

Anche da questo si intuisce che, anche se i tempi cambiano, a Napoli la passione per la pizza resta sempre forte.

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