Cronaca locale

La vedova di Cutolo: "Ecco il perché di quei manifesti funebri"

In un'intervista al Corriere del Mezzogiorno la vedova di Cutolo, Immacolata, prova a spegnere le polemiche sull'espressione "anima benedetta" comparsa sui manifesti affissi a un anno dalla morte

La vedova di Cutolo: "Ecco il perché di quei manifesti funebri"

Continua a tenere banco la polemica sui manifesti funebri affissi qualche giorno fa a Ottaviano, piccolo comune del Napoletano, per ricordare il boss Raffaele Cutolo a un anno dalla sua scomparsa.

Chi è credente è convinto che ora spetta a Dio giudicare il noto personaggio legato alla malavita organizzata. In questo mondo, però, le cose funzionano in maniera differente. Ed anche le parole usate per ricordare chi non c’è più hanno un valore. Non solo simbolico.

A molti quel "Raffaele Cutolo, anima benedetta" apparso sui manifesti funebri per ricordare a familiari, parenti ed amici il giorno della celebrazione della Messa di suffragio non è piaciuto. Un pensiero, questo, che ha provocato la reazione di diversi uomini delle istituzioni.

"Noi – ha dichiarato a Fanpage il consigliere regionale Francesco Borrelli – siamo contrari a qualsiasi glorificazione di boss e criminali. I familiari lo ricordano con immenso amore, noi, invece, ricorderemo Cutolo come un boss sanguinario di camorra. Pensiamo alle vittime delle sue malefatte e al cattivo esempio che ha dato a intere generazioni. Altro che anima benedetta".

Nell’occhio del ciclone è finito anche il sacerdote che ha celebrato la Messa. In soccorso di quest’ultimo è giunto il parroco di Caivano, Maurizio Patriciello, prete coraggioso che da anni è in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata e nella battaglia contro l’inquinamento ambientale della Terra dei Fuochi. Don Patriciello, racconta Napoli Today, ha ricordato che il prete di Ottaviano non ha colpa sulla frase inserita nel manifesto in quanto le pompe funebri utilizzano i prestampati e modificano solo il nome da inserire. Inoltre ha evidenziato che un sacerdote deve fare solo il suo dovere di cristiano celebrando la funzione per chi non c’è più.

Le polemiche non sono terminate ma sulla questione è stata chiara la signora Immacolata, la moglie di Cutolo, che ha parlato in esclusiva al Corriere del Mezzogiorno spiegando le sue ragioni. "Nessuno dice - racconta la donna - che non ha mai avuto l'imputazione di associazione camorristica". Eppure Raffaele, capo della Nco, era al 41 bis in isolamento diurno e notturno. "Per la legge- replica Immacolata- non lo è stato, ha scontato ergastoli. Ha chiesto anche scusa a suo modo. E anche sul mancato pentimento ci sarebbe poi da discutere".

La donna è un fiume in piena. "Cosa significa chiedere scusa? Parlare a comando per fare favori a qualcuno? O per ottenere sconti di pena? Mio marito sa quel che ha fatto e ha scelto di pagare fino alla fine. Gli omicidi? Sì, tutti abbiamo perso affetti cari, la sofferenza è stata ed è enorme. Ma siamo andati avanti, i morti che ho avuto anche io non ritornano". Immacolata non arretra dalle sue posizioni e spiega che vorrebbe far capire una cosa "a chi si ostina, a chi continua a dare colpe alla mia famiglia. Cutolo è stato uomo sempre, ha sbagliato. A sua figlia ha insegnato a chiedere scusa quando si commettono errori. Non è un esempio per i giovani, tutt' altro. Ma per Denyse (la figlia, ndr), vi assicuro, è stato e continua ad essere un punto di riferimento".

Sarebbe stata propria Denyse a volere i manifesti nell'occasione dell'anniversario della morte del padre. Immacolata ci tiene a raccontare come sono andate effettivamente le cose. Per farlo prende il cellulare e mostra alcuni messaggi. Nel telefono c’è tutta la conversazione avuta con un parente poco prima dell'anniversario della morte di Raffaele. "Lasciate stare, non è importante", scriveva lei riferendosi ai manifesti. Ma lui insisteva: "Facciamoli invece, si fanno per tutti". La donna quasi si convince: "Mi confronto con Denyse, sceglie lei". La giovane approva. E decide di pagarli lei con i suoi risparmi. Quanto alle parole "anima benedetta" Immacolata è chiara. La vedova ricorda che il manifesto è un prestampato. "Neanche sapevo che fosse scritto così", assicura la donna. Che, però, rivendica la libertà di scelta. "Possiamo stare anche dopo la sua morte a coltivare odio e polemiche? Direi che può bastare".

In casa c'è un piccolo cero appoggiato su un mobile: "Il segno che Raffaele è qui con noi", ha spiegato Immacolata che, poi, ha evidenziato: "Mio marito ha sbagliato certo, ma l'amore non si decide a tavolino.

Dovrei essere condannata per questo?".

Commenti