da Roma
Ma quale vertice, minimizzano da via del Plebiscito: «Soltanto una visita di cortesia». E anche il Quirinale mantiene il profilo basso: «Un’udienza come tante. Berlusconi è venuto per fare gli auguri di Natale al presidente». Ma, al di là della diplomatica cortina fumogena sparsa sopra l’evento, è molto difficile stavolta catalogare come un semplice fatto di routine l’incontro tra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi.
Innanzitutto, la durata. Accompagnato da Gianni Letta, il Cavaliere sale sul Colle alle 11.30 e ci resta fino oltre l’una in un clima che le fonti definiscono «molto cordiale e di grande gentilezza». Poi, il momento politico generale che fa da cornice al colloquio, con la contrastata approvazione della Finanziaria, le difficoltà del governo, l’avvio del dialogo sulle riforme. Infine, la diffusione delle intercettazioni del caso Saccà, la miccia che può far esplodere la trattativa tra Berlusconi e Veltroni. Ed è proprio questo argomento, la «voglia di fango e gogna», che il leader del centrodestra snocciola al capo dello Stato, protestando per quello che considera un «agguato mediatico-giudiziario» e facendo presente la necessità che la pubblicazione delle intercettazioni sia al più presto regolamentata, magari con un decreto.
Napolitano, che è pure presidente del Csm, gli risponde esprimendo tutta la sua comprensione e ricordando che lui è da sempre contrario ai tritacarne. Ne ha parlato pubblicamente, sottolinea, la settimana scorsa a New York, quando ha criticato la circolazione di verbali e di atti coperti da segreto. Ne ha riparlato, più solennemente, solo 24 ore prima, durante la cerimonia di auguri con le alte cariche della Repubblica, quando ha chiesto di evitare «una nuova deleteria spirale nel rapporto tra politica e giustizia». Serve «rispetto reciproco» ma anche «massimo scrupolo delle norme e delle procedure a tutela dei diritti delle persone». Su queste cose «vigila e interviene il Csm».
Secondo argomento sul tavolo, le riforme. Il capo dello Stato ripete il suo incoraggiamento a proseguire nel dialogo: bisogna, sostiene, svelenire il clima e soprattutto trovare un sistema elettorale che consenta stabilità e governabilità. Il Cavaliere è d’accordo e si dichiara disposto a cercare un’intesa: ma, spiega, in attesa del vertice del 10 gennaio, la palla è nel campo del centrosinistra, perciò sono loro che devono decidere che fare. Berlusconi vuole comunque separare i destini del governo da quelli della trattativa. «Prodi - dice più tardi - cadrà e gennaio. Prima delle elezioni, saremo pronti a votare la nuova legge elettorale».
Infine, il rodeo della Finanziaria.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.