Napolitano: i Dico non vanno equiparati alle vere famiglie

Napolitano: i Dico non vanno equiparati alle vere famiglie

da Roma

Superamento delle divisioni tra laici e cattolici, attenzione verso la Chiesa, nessuna equiparazione tra convivenze e famiglia fondata sul matrimonio, eliminazione delle discriminazioni, lasciandosi guidare dal quel faro che è la nostra Costituzione. Un intervento apprezzato quello del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano in apertura della Conferenza nazionale sulla famiglia. Ma mentre l’eco delle sue parole ancora risuona nella sala di Palazzo Vecchio nella maggioranza di governo già ricominciano a contraddirsi tra loro.
Sconcertante il teatrino allestito dal ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa e il suo viceministro Vincenzo Visco nella parte rispettivamente del poliziotto buono e di quello cattivo. Prima Padoa-Schioppa annuncia senza esitazioni: «Sì, le risorse per le famiglie ci sono». E così incassa l’applauso. Poi arriva Visco e spiega che i soldi ci sono sì. Ma le famiglie non vedranno un euro ed infatti poi Padoa-Schioppa conferma che il tesoretto servirà ad abbattere il debito pubblico. L’intervento di Visco preoccupa le famiglie non tanto per la bocciatura del quoziente familiare ma perché l’obbiettivo è quello di mettere a tacere le richieste delle famiglie. «Se mettiamo insieme tutte le esigenze poste qui, non ci stiamo. Questo ve lo dovete mettere in testa - dice Visco -. Siamo in una fase di declino, che è l’impoverimento della gente. Abbiamo già fatto il miracolo di risanare il bilancio invece che in due anni in sei mesi. Se ora ci dite ridateci i soldi rispondo che se vogliamo fare come la classe dirigente degli anni ’80 che ha portato dal 57 al 120 per cento il debito, accomodatevi, io non ci sto. Altrimenti rischiamo di fare la fine dell’Argentina».
Discorso che è un no secco alle richieste di restituzione alle famiglie avanzate poco prima dal ministro Rosy Bindi. Dunque la Conferenza rivela subito tutte le difficoltà e le contraddizioni interne al centrosinistra. E non poteva essere altrimenti dato che è partita già monca vista l’assenza di un bel pezzo di governo e della maggioranza: verdi e sinistra radicale. Diserzione polemica per l’esclusione delle associazioni omosessuali dalla Conferenza condivisa pure dal ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, che però anche da lontano critica le scelte annunciate da Padoa-Schioppa e Visco. «Le famiglie più povere, quelle che non arrivano a fine mese grazie a pensioni inferiori ai mille euro, non hanno tempo per aspettare l’abbattimento del debito pubblico», dice Ferrero. Disaccordo sulle politiche economiche di sostegno e disaccordo profondo pure sull’idea di famiglia. Suona polemica da parte del diessino Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, proprio il giorno dell’apertura dei lavori, la presentazione di una legge per introdurre anche in Italia il matrimonio omosessuale. La formula ricalca quelle attuata dal governo Zapatero in Spagna e Grillini tiene a sottolineare il suo «dissenso dall’idea di famiglia affermata dalla Bindi».
Nel suo discorso di apertura la Bindi tenta ancora una volta la via della conciliazione degli opposti. Rassicura i moderati ed i cattolici dicendo che la famiglia «è quella dell’articolo 29 della Costituzione» ovvero «la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio» e che questo è «l’orizzonte del governo». Cerca di andare incontro alle richieste degli omosessuali difendendo il ddl sulle convivenze che «riconosce ai conviventi alcuni diritti e doveri personalissimi, con lo scopo di valorizzare i vincoli di solidarietà e di tutelare la parte più debole». Non un matrimonio di serie B dunque. Il ministro si dice pure disponibile ad accogliere «le preoccupazioni e il dissenso che si è manifestato verso questa proposta». Intervento che questa volta piace più ai cattolici come la teodem della Margherita Paola Binetti, che ai laici. La Conferenza di Firenze è «un’occasione perduta» per Pino Sgobio, Pdci.

Roberto Villetti, Rnp, si attendeva «più coraggio laico da una personalità come Napolitano».
Sui Dico comunque anche la platea della Conferenza ha da ridire riservando una bella selva di fischi al ministro delle Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, quando afferma: «I Dico non tolgono nulla alla famiglia».

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