Napolitano, intervento anti gossip «Tregua nelle polemiche fino al G8»

RomaDa qui al G8, serve «una tregua nelle polemiche». Da oggi al più grande evento internazionale dell’anno, dice Giorgio Napolitano, serve una moratoria, un armistizio, una sospensione delle ostilità. Se non si spegnerà il frullatore, spiega il capo dello Stato, se non ci daremo tutti una regolata, a pagarne le conseguenze sarà il Paese intero, vista «la delicatezza dell’appuntamento» che l’Italia sta per ospitare. «Capisco le ragioni dell’informazione e della politica», però, data la situazione, «sarebbe giusto fermare le polemiche».
A Capri il presidente festeggia gli 84 anni passeggiando per l’isola con il suo bel panama sulla testa e ricevendo una valanga di auguri. Tra i primi a chiamare è Silvio Berlusconi con cui, racconta, «abbiamo avuto una conversazione un po’ più ampia in vista del G8». Il Cavaliere si sfoga: è preoccupato e teme l’uscita di qualche foto o qualche colpo del genere durante il vertice. «Che figura ci faremmo?», chiede. Napolitano gli dà ragione. Anzi, gli dà pure una mano, rilasciando in tv l’appello alla «tregua». Il summit, sostiene il capo dello Stato, è un grande evento in cui sono in gioco la credibilità e il ruolo internazionale dell’Italia e l’esplosione all’Aquila di un nuovo capitolo della guerra delle veline avrebbe un impatto devastante. La polemica, come ripete spesso, è il sale della vita democratica, però le grandi linee della politica estera, «almeno quelle», dovrebbero essere univoche e condivise.
Da qui l’invito a separare gli interessi di parte da quelli generali della nazione. Del resto la preoccupazione di fare di tutta l’erba un fascio, di confondere il piano politico con quello istituzionale è il fil rouge di tutti gli ultimi interventi del Quirinale. Giovedì scorso, ad esempio, alla celebrazione del cento anni dell’associazione nazionale magistrati, Napolitano ha esortato tutti «ad alimentare la cultura delle istituzioni». Dopo più di quindici convulsi anni, la transizione italiana si sta dimostrando infinita, però attenti a non buttare tutto a mare. «Talvolta si discute in maniera un po’ astratta, confondendo a mio avviso le difficoltà e la crisi della politica e le critiche alle istituzioni». Invece «ci sono le autorità di garanzia, tra le quali la presidenza della Repubblica, che mi auguro riceva sempre lo stesso rispetto che è dovuto alle fondamentali istituzioni» del Belpaese.
E il primo giugno, nel suo messaggio per la festa della Repubblica, aveva pronunciato il suo ennesimo basta con le risse. «Per il 25 aprile, per ricordare le vittime del terrorismo e per il terremoto in Abruzzo, l’Italia si è ritrovata unita. Un segno importante, ma basta guardare la realtà senza paraocchi per vedere che c’è bisogno di più coesione nel Paese, dinanzi alla crisi e alle tensioni che scuotono il mondo e anche in vista dell’importante appuntamento del G8 dell’Aquila che costituirà per l’Italia un impegno e un’occasione di straordinario rilievo».
Interventi nei quali il capo dello Stato non ha mai citato, nemmeno di sfuggita, l’inchiesta di Bari e il successivo chiacchiericcio. Ma siccome queste vicende campeggiano sui giornali di mezzo mondo, è impossibile pensare che non ne abbia tenuto conto.

E così pure le parole da Capri riecheggiano la preoccupazione del Colle per una situazione che sta slabbrando. Ce n’è per la magistratura, per la politica e ce n’è pure per la stampa, di cui Napolitano sollecita il senso di responsabilità: un fallimento del G8 per motivi «velineschi» sarebbe «drammatico» per l’Italia.

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