Poco manca che Giorgio Napolitano sia innalzato alla gloria degli altari per l'intervento sul Csm nella questione pacchetto sicurezza. «La corretta via d'uscita», «ridà serenità al Paese» e via lodando, tanto da destra che da sinistra.
Permettetemi di uscire dal coro.
I peana sono eccessivi. Il presidente, con tutto rispetto, ha solo confermato di essere, a 83 anni, l'uomo di parco coraggio che è stato in ogni azione - e inazione - della sua vita.
Il punto era se il Csm potesse o no dare il proprio giudizio su un decreto che spetta al Parlamento esaminare. In gioco c'è la distinzione dei ruoli tra istituzioni dello Stato.
Da voci si sapeva che il Csm avrebbe espresso un parere di incostituzionalità del decreto. A questo si è attaccato Napolitano dandosi l'aria del pacificatore. Ha scritto una lettera al vicepresidente del Csm, l'ambiguo ex dc Nicola Mancino, e ha detto in soldoni: «Libero il Consiglio di esprimere giudizi, ma non quello sulla costituzionalità. Per questo c'è la Consulta» (antonomasia di Corte Costituzionale).
Così, il presidente ha suggerito al Csm la scappatoia. Il Consiglio, vispo e sveglio, ha colto la palla al balzo e invece di definire «incostituzionale» il decreto lo ha tacciato di «irragionevolezza». Se non è zuppa è pan bagnato e, in ogni caso, ha prevaricato governo e parlamento bocciando il pacchetto. Con buona pace della separazione dei poteri.
Napolitano, nell'imbarazzo, si è preso una seria responsabilità. Ha difeso la Consulta, e la sua esclusiva sulla costituzionalità, dall'ingerenza del Csm. Ma non ha fatto altrettanto col Parlamento. Invece di tutelarne la prerogativa - anch'essa esclusiva e totale - di stabilire in piena libertà il contenuto delle leggi, ha lasciato che il Csm gli soffiasse sul collo. Si è schierato con le toghe contro la politica e, per li rami, contro la sovranità popolare.
Di fronte all'annoso impulso dei magistrati di invadere il campo altrui, il presidente aveva una strada maestra: zittirli. Riaffermare che le istituzioni non sono rissose sedute di condominio. Hanno compiti specifici, fissati dalle leggi. E la legge esclude «pareri» del Csm se non richiesti dal Guardasigilli. Se debordano, è ammutinamento.
Aspettiamoci ora l'emulazione degli altri organi costituzionali.
Essere salomonici, Presidente, è un'arte. Non possedendola si rischia di essere pilateschi.
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