Cronache

Nasce la lobby Genova bene

Viziano: «Professionisti e imprenditori uniscono le forze per realizzare le scelte necessarie»

Nasce la lobby Genova bene

Lo stile non sarà quello della protesta urlata, basti pensare che il sodalizio avviene con un aperitivo sul mare. Il contenuto però è da annuncio rivoluzionario. Contro la burocrazia, l’immobilismo e il distacco delle istituzioni dalla gente. Nel nome degli interessi della Liguria. All’urlo di «non potrete non ascoltarci», la Genova bene smette di stare in disparte, e scende nell’arena delle cose da fare. Perché quelle, le cose da fare, non sono di destra né di sinistra. Semplicemente, vanno portate avanti nell’interesse di tutti. Così, sia di destra sia di sinistra sono i cento fra professionisti e imprenditori che ieri sera con un cocktail sul mare si son stretti la mano su un unico obiettivo: fare lobbing. Titolo dell’incontro: «La Società civile si interroga sul futuro di Genova e della Liguria». Organizzatore quel Davide Viziano imprenditore edile che fu a capo della società per Genova 2004. Lui che di burocrazia qualcosa deve aver imparato, ha accolto con favore la richiesta degli altri 99 a darsi da fare. Non avranno un nome, «perché di associazioni ce n’è già abbastanza e di solito concludono poco», la definizione «società civile» poi basta e avanza a dire «chi siamo e dove vogliamo andare». Avranno però uno scopo comune: usare la propria influenza per influire sulle scelte per la città e per la regione.
Si erano già ritrovati insieme prima delle elezioni regionali. Durante la campagna elettorale, il 30 marzo scorso, avevano acquistato quattro pagine su altrettanti quotidiani pubblicando un manifesto con il quale dicevano di voler «richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su alcuni interrogativi circa i temi fondamentali per la programmazione economica e sociale della nostra liguria». Ed eccoli: impresa e occupazione, nuove fasce di povertà, trasporti e infrastrutture, porti, aeroporto, criminalità e sicurezza, ambiente e territorio, turismo e cultura, giovani, formazione e ricerca, burocrazia ed efficienza. Come dire: lo scibile della società civile ligure, quella che dal porto deve portar via le merci, per dire, ma anche quella che non arriva alla quarta settimana del mese. «Dopo le elezioni ci siamo detti che sarebbe stato importante proseguire il nostro percorso - spiega Viziano -. E così sarà: chi ha a cuore la Liguria e ha capacità di dare concretezza ai propri progetti si faccia avanti». Ieri all’ora dell’aperitivo l’incontro è stato organizzato dai dodici promotori iniziali del manifesto: oltre a Viziano, Virgilio Bazzani, Alberto Marconi, Giovanni Grimaldi, Gianfranco De Ferrari, Nicolò Minetti, Duccio Gaslini Alberti, Enrico Bartolini, Mirko Minetti, Emanuele Remondini, Marcello Marzini, Felice Ribaldone. Fra i cento firmatari, le personalità più diverse, da Riccardo Garrone a Luciano Capurro, da Mario Sossi a Bruno Lauzi, da Fabio Capocaccia a Roberto Bagnasco solo per citarne alcuni. Tutte persone, spiega Viziano, «in grado di fare lobbing in maniera trasversale, laddove il termine lobbing non ha significato negativo, ma significa capacità di fare pressione sulle istituzioni». Non a caso sull’invito del primo incontro la carica dei 100 si presenta così: «Vogliamo diventare un attento e costante stimolo per i decisori pubblici e avvicinare la classe politica al mondo della società civile». Tradotto: «Ognuno sfrutterà i propri canali, non più singolarmente ma mettendo a sistema la propria rete di contatti - dice Viziano -. Esporremo le nostre idee, presenteremo proposte e cercheremo di aggregare consenso. Saremo la stampella delle istituzioni».
Primo interlocutore, questione di competenze, la Regione.

Prime richieste: provvedimento concreti sulla viabilità stradale, autostradale e ferroviaria e provvedimenti per la riorganizzazione della Sanità, da un servizio efficiente senza eccessivi aggravi economici sulla casse della Regione alla riorganizzazione delle strutture per fornire migliori prestazioni.

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