Nasce «Una specie d’amore» tra il detective e la pin up

Lorenzo Loris lega tra loro due intriganti testi di Arthur Miller

C'è tutto Arthur Miller nei due atti unici di Lorenzo Loris, in scena al Teatro Out off di Milano. C'è ironia, gelo, leggerezza, indulgenza per la memoria che svanisce a tratti per tornare prepotente a restituire i ricordi lontani. Una specie di storia d'amore e Non mi ricordo più niente sono stati scritti da Miller nel 1982 e nel 1986, quando la maggior parte della vita era stata vissuta insieme a vari amori e a quello per Marilyn Monroe. Ma la dolcezza, l'ambiguità e sensualità di Angela, protagonista della «specie d'amore», non arrivano completamente nell'interpretazione di Elena Callegari, tenera e disperata quanto basta, alienata e posseduta in una stanza d'albergo dalle grandi vetrate dove la pioggia cade abbondante. Tom, ordinario investigatore privato, creatura cerebrale attratta da quel mare mosso che è lei, in scena è Mario Sala, perfetto. «Io sono quel detective che non riesce a seguire le tracce di un elefante con la diarrea neanche su un ghiacciaio», questo pensa di sé Tom, infilato in scarpe diverse messe troppo in fretta, sedotto da Angela invischiata in una faccenda sporca che, forse, ha visto condannare un innocente e lei ha responsabilità nella condanna. Eppure a questa donna abituata a ricevere uomini, abituata a difendersi da sola, appartiene l'innocenza. Quella vera che emerge dalla miseria.
Una regia sapiente, che lascia respiro agli attori, li conduce rispettandoli, sempre. Efficaci le scene di Daniela Gardinazzi e il progetto visivo di Dimitris Statiris e Stefano Bruscolini. Bravissimi Mario Sala ed Elena Callegari nel mini capolavoro Non mi ricordo più niente. I due attori sono magnifici nei panni di due anziani amici che si fanno compagnia tutte le sere. Lui solo, lei vedova dopo «quarantacinque anni e una settimana» di vita insieme. «Mi piacerebbe tanto sapere perché non sono morta, ma non ci riesco», dice lei improvvisamente. Lui risponde: «Magari ti viene un'illuminazione».

Credibili Sala-Callegari, veri, giusti nel ritmo e nell'intesa. Loris continua il suo affondo nella drammaturgia del Novecento, spesso scegliendo i testi meno rappresentati. Tutto filtrato dalla sua sensibilità, nel rispetto per lo spirito dell'autore.

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