Nassirya, la capitale distratta Dimenticato il monumento già finanziato con un milione

Monumento alle vittime di Nassirya: una delle pagine più tragiche e commoventi della recente storia patria. Eppure una pagina che la capitale sembra avere stracciato. Tra un po’ vi racconteremo come.
Tra pochi giorni verrà celebrato il quarto anniversario dell’eccidio dei 19 italiani nella cittadina dell’Irak. Era il 12 novembre 2003: dodici carabinieri e cinque soldati che partecipano all’Operazione Babilonia e due civili (un regista e un cooperatore internazionale) vengono falcidiati dall’esplosione di un deposito di munizioni provocato da un camion bomba. Pochi giorni dopo le salme sono salutate al Vittoriano da uno straziante pellegrinaggio di romani.
La città inizialmente sembra voler ricordare anche oltre quel 18 novembre 2003, giorno dei funerali. Con il protocollo d’intesa del 16 febbraio 2005, il ministero per i Beni e le attività culturali - insieme alla Regione Lazio, alla Provincia e al Comune di Roma, - promuove un concorso per l’ideazione e la realizzazione a Roma di un monumento ai Caduti di Nassirya, da realizzarsi entro il 2006. L’area prescelta per la collocazione dell’opera è in un primo momento il Parco Schuster, sulla via Ostiense, presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura. Per la realizzazione dell’opera le amministrazioni coinvolte stanziano complessivamente 1 milione di euro, di cui 800mila per la progettazione e l’intervento artistico, 110mila per il premio al vincitore e 90mila per le spese concorsuali e la pubblicazione finale. Il regolamento del concorso prevede in dettaglio la collocazione del monumento fra le prime aiuole del viale lastricato del Parco Schuster e un impianto di illuminazione notturna per motivi di sicurezza e decoro.
Quelle aiuole oggi sono però desolatamente vuote. Tutto dimenticato. Eppure il progetto per il monumento figura pure nel programma per Roma capitale approvato nel 2005 dal consiglio comunale. A pagina 8 della delibera consiliare - la numero 163 del 21 luglio 2005 - figurano assegnati 250mila euro per la progettazione del Monumento in memoria di Nassirya da realizzarsi «in luogo dell’obelisco di Axum» e altri 250mila euro per la realizzazione. Il monumento si sposta quindi da San Paolo alle Terme di Caracalla. Ma sempre e solo sulla carta. Di visibile non c’è una sola pietra.
Il 25 gennaio 2006 l’allora sottosegretario per i Beni e le attività culturali Nicola Bono convoca una conferenza stampa per presentare il bando europeo per la realizzazione del monumento. Alla conferenza partecipano gli assessori Gianni Borgna (Comune), Vincenzo Vita (Provincia) e Giulia Rodano (Regione). «Finalmente il Paese potrà dimostrare la propria riconoscenza ai suoi martiri, caduti nel corso di una nobile missione di pace per garantire la libertà del martoriato Iraq», annuncia quel giorno Bono. Il governo Prodi, però, con tutta evidenza ha altre priorità. Lo dimostra l’assoluta mancanza di cerimonie ufficiali lo scorso anno su Nassiriya da parte del ministero della Difesa. E il Comune di Roma? I soldi già stanziati? Non sarebbe la prima volta che le opere di Roma capitale restano in attesa per 10-15 anni o sono cancellate dai programmi. Ma in questa vicenda c’è dell’altro. La sinistra estrema. Che a Roma dice no al progetto. Risultato? Al Campidoglio di tutta la storia e del monumento neppure se ne parla più. Veltroni ha altro per la testa. Marrazzo, figuriamoci, invischiato com’è nel deficit sanitario.

Quanto alla Provincia, il capogruppo di An Piergiorgio Benvenuti un mese fa rivolge un question time al presidente Gasbarra: «La risposta è stata il solito scaricabarile. Il ritardo, mi ha detto l’assessore Cecchini, è dovuto alla complessità della questione. Speriamo che i soldi, almeno, ci siano ancora».

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