Nastri d’argento Moretti ci riprova contro Virzì

Se Caos calmo dovesse uscire battuto anche stavolta, chi lo sente più Moretti! A pochi giorni dai David di Donatello (si spera che Alemanno rinunci all’idea di gemellarli con la Festa), i Nastri d’argento sfoderano le cinquine, e pazienza se ogni tanto diventano sestine: pratica utile a inserire qualche candidato eccedente sotto le profumate insegne dello sponsor L’Oréal. Com’era giusto attendersi, i 350 votanti del Sindacato giornalisti cinematografici hanno puntato su Tutta la vita davanti di Virzì, rimasto fuori dai David per questioni di date, offrendo una seconda chance allo sfortunato Caos calmo di Grimaldi. Risultato: 7 nomination a 7. A quota 6, invece, gli inseguitori Mio fratello è figlio unico di Luchetti, I demoni di San Pietroburgo di Montaldo e La ragazza del lago di Molaioli. Sapremo il 14 giugno, nell’ambito del festival di Taormina, chi uscirà vincitore dalla 62ª edizione dei Nastri; e intanto - evviva l’affollamento - i Ciak d’oro si prenotano per il 10 dello stesso mese.
Naturalmente, la presidente Laura Delli Colli ha avuto buon gioco nell’inserire, a vario titolo, alcuni dei film sfuggiti al rivale Gian Luigi Rondi, da Non pensarci di Zanasi a Colpo d’occhio di Rubini, da Riprendimi della Negri a Notturno bus di Marengo. Meno si giustifica l’idea di candidare lo stesso interprete per due film contemporaneamente (è il caso di Mastandrea, Germano, Crescentini e Finocchiaro); ma, appunto, è un’altra debolezza dei cinepremi italici.

Insieme alla moltiplicazione dei riconoscimenti speciali, alla carriera, dell’anno, europei, eccetera, necessari a rimpolpare la cerimonia. Storaro, Lizzani e Gemma sono tutti artisti di vaglia, non ci piove, e figurarsi se Verdone, appena celebrato ai David, non merita qualcosa. Però...

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