È nata la terapia «Fast» Tempi dimezzati nella lotta ai tumori

La quarta dimensione approda a Milano. Non si tratta di un film di fantascienza né dell’ultimo ritrovato in fatto di videogiochi, ma di qualcosa di molto più serio. Il nuovo reparto di radioterapia multidimensionale dell’Istituto Europeo di Oncologia ha recentemente acquisito dei macchinari, per un investimento di 2 milioni di euro, in grado di fotografare i tumori in movimento, la quarta dimensione appunto. L’ecotomografo Bat, il sistema Exactrac 6D e l’On Board Imager consentono di vedere in tempo reale la massa tumorale tenendo conto del battito e del respiro. I vantaggi sono enormi perché consentono di ridurre del 50% la durata del trattamento a parità di risultati e di ridurre notevolmente gli effetti collaterali. Grazie alla straordinaria precisione dell’immagine in movimento, si riesce a colpire solo la massa tumorale colta in quel preciso istante, evitando i tessuti circostanti. Si possono così concentrare dosi maggiori di raggi, riducendo il numero delle sedute. «Si tratta di un processo avviato già nel 2003 sul cancro al seno e già sperimentato sul tumore alla prostata - spiega Roberto Orecchia, direttore del reparto di radioterapia dello Ieo - nel primo caso i tempi sono stati ridotti da 6 a 4 settimane, nel secondo da 8 a 6». Con la Radioterapia Fast si possono curare anche il tumore al fegato, al polmone, alla testa e al collo.
«Credo fermamente che non possa esistere una medicina avanzata senza tecnologia - spiega Umberto Veronesi, direttore scientifico dello Ieo - basta pensare alla rivoluzione delle immagini che ci ha consentito di ridurre di un terzo la dimensione media dei tumori diagnosticati, passando a terapie “soft” più efficaci e tollerate. Grazie anche alla diagnosi precoce oggi possiamo considerare curabili tumori ritenuti “resistenti” come quelli a seno, prostata, utero, stomaco, intestino, tiroide e lo stesso melanoma». Non solo, Veronesi lancia un appello alla sanità affinché investa in tecnologia, che permette grandi risparmi.

«La radioterapia intraoperatoria contro il cancro al seno - spiega Veronesi - sostituisce le 25 sedute post operatorie con un’unica seduta che viene fatta durante l’intervento, con costi complessivi per l’ospedale ridotti da 7mila a 2mila euro a paziente».

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