La Nato aggiorna il suo risiko: ritorno dei russi a Kabul e via allo scudo missilistico

Lisbona Domani si apre a Lisbona un vertice della Nato che sarà tra i più importanti nella storia dell’Alleanza Atlantica.
La presenza del presidente russo Dmitry Medvedev testimonia del livello massimo del vertice Nato-Russia che si terrà al termine del summit: sarà il primo a questo livello dopo la grave crisi nelle relazioni bilaterali seguita al conflitto russo-georgiano del 2008. Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen auspica «un nuovo inizio» con la Russia, fondato su una stretta cooperazione nella difesa missilistica, sull’estensione della collaborazione in Afghanistan, sulla lotta comune al narcotraffico e sulle azioni di contrasto alla piaga della pirateria. In Afghanistan, Mosca potrebbe mettere a disposizione elicotteri e addestratori, ma non truppe da combattimento: in cambio chiederebbe alla Nato di ridurre a un massimo di 3000 unità la presenza militare nelle Repubbliche ex sovietiche, di limitare lo schieramento di aerei nell’Europa orientale e di concedere al Cremlino un diritto di veto su importanti schieramenti Nato nell’Europa centrale, nei Balcani e nei Paesi baltici. Sono richieste pesanti, che Mosca pone perché sa di avere la forza di ostacolare in maniera decisiva la cruciale logistica della Nato nell’Asia centrale.
Quello della difesa missilistica è un altro tema particolarmente delicato. Creare uno scudo anti missile in grado di difendere i 28 alleati dalla crescente minaccia missilistica è il progetto più ambizioso di Lisbona, ma bisogna fare i conti soprattutto con gli ostacoli posti dalla Turchia, membro strategico dell’Alleanza Atlantica la cui politica estera sta virando verso il Medio Oriente. Ankara si è recentemente avvicinata anche all’Iran e non gradisce le sanzioni contro il regime islamico di Teheran. Si rischia quindi un contrasto aperto con gli Stati Uniti, perché la Turchia non vuole che la difesa missilistica atlantica percepisca l’Iran (e neppure la Siria) come una minaccia per la Nato, a differenza di Washington.
Parlando dell’imminente summit portoghese, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha rivendicato all’Italia il merito di aver reso possibile una nuova collaborazione tra la Russia e la Nato e si è detto certo che a Lisbona sarà firmato un documento congiunto.

Quanto all’Afghanistan, si delineerà una strategia di transizione per il periodo 2011-2014, ma senza indicare date per i ritiri dalle varie province. L’Italia, ha aggiunto il ministro, invierà in Afghanistan altri 200 addestratori militari.

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