La nautica in Liguria sta andando alla deriva per le troppe tempeste

La notizia del sequestro da parte della Guardia di Finanza per oltre 15 milioni di euro di beni appartenenti ai titolari del cantiere nautico «Nord Marine Snc», con sede a Sesto Calende in provincia di Varese, e uffici a Genova, Lavagna e Sanremo, non mi ha sorpreso affatto. Da tempo era nota la crisi finanziaria in cui gravava il cantiere varesino e prima o poi, era scontato, che i nodi sarebbero arrivati alla «bitta».
L’indagine, partita dalle denunce di alcuni clienti e da segnalazioni di società di leasing, ha portato al sequestro di 5 immobili, tra cui una lussuosa villa a Lavagna stimata oltre un milione di euro, 11 automezzi e ben 38 imbarcazioni di lusso alcune delle quali già vendute. La procura di Busto ipotizza, per i due titolari, il reato di bancarotta fraudolenta dato che gli stessi, resesi prima irreperibili, hanno tentato poi di mettere in vendita le loro proprietà presumibilmente per fare cassa a danno dei creditori.
Il sistema criminale messo in atto dai coniugi Bordino consisteva in un metodo semplice, ma alquanto efficace. In sostanza negli anni passati i due proprietari del cantiere, grazie a compiacenti prestanome e prezzolati periti nautici che gonfiavano le valutazioni delle barche usate, reiteravano dei finanziamenti sulle medesime barche tramite l’impiego si svariate società di leasing. Lo schema Bordino, molto probabilmente copiato anche da altri furbetti del diporto, è durato sino al 2010 quando il comparto nautico non è entrato in sofferenza a causa della crisi mondiale. Con la ristrettezza economica i potenziali neo armatori sono spariti ed i cantieri che avevano organizzato questo vero e proprio «doping finanziario» si sono trovati con moltissime imbarcazioni attraccate ai pontili ed una marea di debiti da onorare. Attualmente il buco generato dalla Nord Marine è stimato in oltre 20 milioni di euro. Una cifra certamente in difetto dato che le indagini sui libri contabili non sono ancora terminate. In questa vicenda a rimetterci, oltre ad alcuni acquirenti di barche fantasma, saranno certamente molte banche e società di leasing che alla meglio si troveranno con una flotta di barche da svendere a fronte di ingenti prestiti concessi, quanto meno, in modo molto «easy».
Quello della Nord Marine è l’ennesimo affondamento di un cantiere nautico molto noto nelle marine e porti liguri. A ben vedere tra Lavagna, Varazze ed Imperia, da due anni a questa parte, sono oltre una ventina gli operatori del diporto che sono stati costretti ad ammainare le serrande causa debiti. Un comparto, quello nautico, che sino a poco tempo fa garantiva migliaia di posti di lavoro oltre a quelli dell’indotto e che oggi, ahimè, deve fare i conti con politiche sbagliate e scelte strategiche inopportune.

Se, infatti, in precedenza si sono agevolati gli acquisti proprio delle barche dei nababbi, grazie agli sconti sull’Iva del cosiddetto «Leasing Italiano o Francese», ora si tassano pure i gusci di noci dei velisti, cavalcando quella demagogia punitiva tipicamente italiana per cui chi possiede una barca è, per assioma, un evasore!

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