Navi spazzatura verso Agrigento. E anche la Sicilia fa le barricate

Il sindaco della città alza la voce: "Prodi ci ritiene la pattumiera della penisola". E scatta l’allarme per l’impatto sul turismo

Navi spazzatura verso Agrigento. E anche la Sicilia fa le barricate

Gaetano Ravanà

La nave carica di 1.500 tonnellate del pattume campano è in viaggio verso i moli di Porto Empedocle. La notizia è rimbalzata nel giro di pochi minuti e dalla Questura di Agrigento è stato anche approntato un piano per l’ordine pubblico. Si temono anche qui rivolte come quelle della Sardegna, gli amministratori sono contrari e si annuncia già una vera e propria ribellione di massa. Dopo l'autorizzazione del governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, che ha voluto dare una mano ai «fratelli» campani, la nave da Napoli ha fatto rotta verso le coste siciliane. E dovrebbe essere il territorio agrigentino ad accogliere il carico maggiore di spazzatura. In parte verrà smaltita nella discarica di Aragona, a cinque chilometri dal capoluogo, il restante nella discarica di Siculiana, una delle poche funzionanti nell’Agrigentino. In un primo momento, i rifiuti dovevano essere conferiti anche nella discarica di Sciacca, ma in questo caso, l'amministrazione comunale guidata dal forzista, Mario Turturici, si è opposta così come la cittadinanza che ha minacciato le barricate. «Da anni attendiamo di avere autorizzata la costruzione della seconda vasca di stoccaggio - dice il sindaco -, la nostra discarica è ormai satura, e non possiamo ospitare l'immondizia delle altre regioni».
Stessa fermezza anche da parte del sindaco del capoluogo, Marco Zambuto, espressione del Centrosinistra, che si scaglia contro il governo. «Da tempo chiediamo risposte dal governo per migliorare la vivibilità in questa terra - dice Zambuto - abbiamo sempre bussato alle porte romane invano: Prodi e il suo governo ci hanno ignorato. Adesso, si sono ricordati che esiste Agrigento. Ci si ricorda di questa città soltanto per le rogne. Evidentemente Prodi ci ritiene la pattumiera della Penisola».
Il vice prefetto, Nicola Diomede cerca di stemperare gli animi: «Nella provincia agrigentina - spiega - si producono 500 tonnellate di rifiuti al giorno, se dalla Campania ne arrivano 1.500, per le nostre discariche è davvero poca cosa». Non è dello stesso avviso il parlamentare azzurro, Michele Cimino. «È dal 1266, da quando gli Angioini trasferirono la capitale da Palermo a Napoli - aggiunge Cimino -, che la Sicilia viene depauperata a favore della Campania. Un popolo che ha memoria storica non può permettere un'ulteriore violenza del genere».
Anche i responsabili del turismo sono allarmati. Si fa fatica a pubblicizzare il territorio agrigentino e, negli ultimi anni, le presenze sono diminuite sensibilmente, con questa vicenda la situazione è destinata a peggiorare. «Siamo indignati - dice Gaetano Pendolino, presidente del Consorzio turistico Valle dei Templi - per quello che sta succedendo. Vogliono trasformare l'area metropolitana della Valle nella pattumiera d'Italia. Prima il termovalorizzatore, poi il rigassificatore ora la spazzatura campana. La nostra terra svenduta a vantaggio del business di pochi, ossia coloro che dovrebbero costruire e gestire il termovalorizzatore dagli affari miliardiari. Veneto, Lombardia, Trentino, Friuli, Umbria e Basilicata, hanno detto no nonostante abbiano strumenti adeguati per smaltire grossi quantitativi di spazzatura.

La Sicilia invece accetta nonostante non abbia adeguati strumenti per smaltire».
Anche i Verdi contro Prodi, mentre il movimento Sicilia indipendente promette che non si resterà a guardare: «Invitiamo i siciliani allo sciopero della fame. Sperando di non dover registrare scontri di piazza».

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