Cronaca giudiziaria

"Corruzione in atti giudiziari": anche un giudice tra gli arrestati dalla procura di Lecce

L'inchiesta della procura di Potenza ha portato all'arresto di un giudice e di quattro professionisti grazie a una articolata attività di indagine

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Cinque persone, tra le quali un giudice, sono state arrestate dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce in un'indagine condotta della procura della Repubblica di Potenza, in cui si ipotizzano i presunti reati di tentata concussione, tentata estorsione, estorsione consumata e più ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Tutte le persone arrestante si trovano al momento agli arresti domiciliari.

Nell'ambito della stessa indagine, sono stati eseguiti anche sequestri preventivi diretti e per equivalente del profitto ritenuto illecito. Il giudice colpito dalla misura è Pietro Errede, attualmente giudice presso il Tribunale di Bologna. Per i fatti contestati, risalenti al 2021, Errede era giudice delle sezioni fallimentare / esecuzioni immobiliari e misure di prevenzione del tribunale di Lecce. Le altre persone interessate dal provvedimento sono quattro professionisti salentini, che sono stati a vario titolo titolari di incarichi giudiziari o di incarichi professionali ottenuti nel contesto di procedure giudiziarie (curatele, amministrazioni giudiziarie in sede di misure di prevenzione, procedure esecutive immobiliari e liquidazioni giudiziarie).

La procura di Potenza ha un quadro indiziario molto chiaro della questione e, "ferma restando la doverosa verifica nelle successive fasi processuali", sarebbe emerso "un meccanismo di reciproco scambio, fondato, da una parte, sulla assegnazione degli incarichi maggiormente remunerativi da parte del giudice a vari professionisti (curatori, amministratori/ controllori giudiziari e/o coadiutori) e, dall'altra, sull'ottenimento da parte del giudice di regalie ed altre utilità". Così ha spiegato il procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio.

In base alle indagini condotte nei mesi scorsi, le regalie a cui fa riferimento il procuratore di Potenza sarebbero consistite in "vacanze, preziosi, device, feste". L'indagine è stata lunga e complessa ma ha permesso alla procura e alla polizia giudiziaria di comporre un quadro chiaro e completo della situazione, individuando responsabilità e ruoli in un sistema ancora da verificare in sede processuale.

Il quadro accusatorio è stato ricostruito con numerose attività di indagine e acquisizione di documenti, in particolare "l'essenziale apporto delle attività d'intercettazione e delle investigazioni informatiche e bancarie, ma anche come le dichiarazioni di alcuni testi e parti offese, scrupolosamente verificate e riscontrate, siano state un decisivo contributo che ha consentito di acquisire un quadro indiziario".

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