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Azioni paramilitari, volti coperti e razzie: chi c'era tra i devastatori di Bologna

In piazza a Bologna c'erano alcune delle sigle più note della sinistra radicale a livello nazionale ma sono arrivati rinforzi anche dalle regioni vicine: in corteo anche Askatasuna

Azioni paramilitari, volti coperti e razzie: chi c'era tra i devastatori di Bologna
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Quanto visto nella manifestazione pro Palestina di Bologna contro la disputa della partita tra Virtus e Maccabi Tel Aviv potrebbe rappresentare lo spartiacque tra un prima e un dopo. Si è vista una manifestazione diversa in cui i manifestanti non sono andati allo scontro diretto con le forze dell'ordine, nel corso di tutta la serata si è registrata una sola carica degli agenti ma ci sono stati 14 feriti. C'è stata, da parte degli antagonisti, la volontà di creare guerriglia urbana, com'era già successo sempre a Bologna e Roma all'inizio del mese, ma con una differenza sostanziale: venerdì i manifestanti erano organizzati e avevano studiato un piano d'azione. Lo si intuisce da uno dei comunicati diffusi nelle ore precedenti all'azione: "Accerchiamo il PalaDozza". Ma chi c'era tra le fila dei manifestanti che per due ore hanno tenuto in ostaggio il centro di Bologna?

C'era tutta la galassia dei centri sociali bolognesi ma c'erano anche le realtà satellite che rappresentano lo zoccolo duro dell'azione antagonista della sinistra radicale che ha trovato una saldatura nell'odio contro l'Occidente e contro Israele. Tra i bolognesi la Questura specifica alcune realtà aderenti, tra le quali Potere al Popolo, Sindacato Usb, Cambiare rotta, Osa, Luna, Giovani Palestinesi, Cua, Plat, Labas e Tpo. Alcuni esponenti di queste sigle sono arrivati anche da fuori Bologna per unirsi alla manifestazione e ingrossare le fila dei violenti. Molte delle bandiere di queste realtà sono stati catturate dalle immagini nei momenti più concitati degli sconti. Benché Lepore sostenga che l'80% dei partecipanti fosse di provenienza extra-cittadina, la verità è che erano appena 100 i soggetti non bolognesi che hanno partecipato alle violenze. Per altro, Labas e Top esistono in locali concessi in uso dal Comune di Bologna, che è evidentemente in imbarazzo davanti a quanto accaduto ieri.

Tra chi è arrivato da fuori città è stata segnalata la presenza di Askatasuna, il centro sociale torinese con il quale il Comune di Torino sta lavorando per portare nel recinto della legalità dopo 29 anni di occupazione abusiva.

Si sta provando a dare una legittimità politica a una delle realtà più violente della galassia dei centri sociali e come si evince da quanto accaduto a Bologna i risultati restano comunque gli stessi. Al momento sono stati identificati 15 manifestanti e la loro posizione è attualmente al vaglio delle autorità. Non è escluso che nelle prossime ore il numero possa aumentare.

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