
Il mistero del Bayesian si fa sempre più intricato. I fatti sono noti: il 19 agosto del 2024 sette persone hanno perso la vita in un drammatico naufragio al largo di Porticello, vicino Palermo. Tra loro anche Mike Lynch, non esattamente un uomo qualunque ma il proprietario di un’azienda che collaborava con numerosi servizi segreti nel mondo. Come è affondato il veliero? E perché? Davvero è tutta colpa di una tempesta un po’ più forte del normale, a cui però un’altra nave - lì vicino - ha resistito senza problemi?
È complicato districare la matassa. Occorre dunque dividere due punti di vista. Da una parte c’è l’inchiesta sull’incidente nautico: le operazioni di recupero del veliero dal fondo del mare, interrotte per la tragica morte di uno dei sommozzatori, dovrebbero concludersi tra poco. I magistrati sperano di trovare alcune risposte alle tante domande che si accavallano: è stata colpa dell’equipaggio? Oppure l’imbarcazione aveva dei difetti strutturali? Esclusa la possibilità che il portellone fosse aperto, da dove ha imbarcato acqua il Bayesian? E il blackout è intervenuto prima o dopo che lo scafo si inclinasse? Nei giorni scorsi la Marine Accident Investigation Branch, una organizzazione governativa britannica, ha pubblicato le sue “conclusioni intermedie” sul disastro e ha stabilito che lo yacht aveva “una significativa vulnerabilità strutturale” legata “alla posizione della chiglia retrattile, che – se sollevata, come in quel momento – riduceva drasticamente la stabilità dell’imbarcazione”. Condizioni che non sarebbero state a conoscenza del comandante e dell’equipaggio. Risultato: le raffiche di vento fino a 117 km orari avrebbero portato il veliero a inclinarsi rapidamente di 90 gradi prima di imbarcare acqua e poi affondare in 20 minuti. Conclusioni che però non hanno convinto gli esperti sentiti da Quarta Repubblica, che da tempo si occupa della vicenda, secondo cui molte delle analisi dell’organizzazione sarebbero poco aderenti alla realtà. Vedremo.
L’altra questione riguarda invece i segreti che, senza dubbio, Mike Lynch aveva portato con sé su quella barca e che sono finiti in fondo al mare. Chi li ha recuperati? I Comsubin sono arrivati in tempo, oppure qualcuno - subito dopo il naufragio - ha ripulito la scena dai segreti militari che il magnate inglese conservava? Ieri sera nello studio di Nicola Porro è stata fatta una rivelazione clamorosa, che ovviamente i magistrati dovranno verificare. “Da quello che ho avuto modo di raccogliere da fonti confidenziali vicine a chi sta indagando sul caso - ha detto Federico Carbone, criminologo, analista forense e perito al tribunale di Palermo - altri sarebbero arrivati prima dei nostri sub. Militari non italiani, in questo caso”. I soldati stranieri sarebbero arrivati “nelle ore immediatamente successive” al naufragio, "nell’arco di 24 ore”, e “cercavano molto probabilmente i dati relativi all’attività di Lynch con l’azienda Darktrace che si occupava di cybersicurezza. Dati estremamente importanti, la cui mole sarebbe paragonabile a Wikileaks. Linch deteneva il potere su gran parte dei servizi segreti internazionali, tra cui gli israeliani, l’MI6 e la Cia”. I sospetti, secondo le fonti citate dal perito forense, punterebbero sui servizi segreti inglesi perché “sarebbero state avvistate delle imbarcazioni militari in prossimità del luogo".
La procura di Termini Imerese, secondo Carbone, sarebbe informata di quanto avvenuto. E se fosse vero significherebbe che anche la scena "del crimine" sarebbe stata compromessa. Tutto da verificare, ovviamente. Ma potenzialmente esplosivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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