
La chiesa di Santa Maria Maggiore di Vicofaro, se da un lato non ospita più i migranti della struttura di don Massimo Biancalani (dopo che i residenti, da anni, segnalavano tutta una serie di problematiche legate alla sicurezza ed alla micro-criminalità che attribuivano agli stranieri accolti, ndr.) dall'altro è ancora oggetto di lavori di restauro e gli spazi esterni denunciano uno stato di incuria. Per contro, il "problema Vicofaro" sembra essersi trasferito a pochi chilometri di distanza, nella vicina chiesa di Ramini dove il "parroco dei migranti" avrebbe ricominciato ad accogliere. Ed anche in quel caso, gli abitanti del quartiere sono in fermento, lamentando le "solite" problematiche di degrado e sicurezza legate alla presenza dei migranti già emerse nella vicina frazione. Lo hanno fatto sapere i parrocchiani di Vicofaro, in una lettera inviata al vescovo di Pistoia Fausto Tardelli.
Tutto è ripartito da un episodio riportato dalla stampa locale pochi giorni fa: un quarantenne nigeriano ospite della parrocchia di Biancalani a Ramini ha provato ad introdursi in un'abitazione del paese, nella quale si trovavano in quel momento una donna con i figli. "Mi sono già scusato personalmente con la famiglia coinvolta in quello spiacevole episodio la gestione di persone fragili non è semplice – ha dichiarato don Biancalani a La Nazione - richiederebbe un sostegno costante da parte delle istituzioni. Io ho fatto e faccio il possibile, ma senza un’adeguata rete di supporto è inevitabile che ci siano difficoltà".
Un episodio che ha però alzato la tensione all'interno del paese:"Biancalani vattene", recitava lo striscione comparso un paio di giorni fa davanti alla chiesa di Ramini. E anche gli abitanti di Vicofaro, il quartiere di Pistoia che per anni ha denunciato le criticità dell'accoglienza voluta da don Massimo, sono tornati alla carica scrivendo a monsignor Tardelli. "Noi parrocchiani della Chiesa di Vicofaro ci rivolgiamo a lei con profondo rispetto e sincero spirito di comunione, ma anche con una crescente preoccupazione per la situazione in cui versa la nostra parrocchia. Da troppo tempo ormai la nostra chiesa è abbandonata a sé stessa: l’erba cresce alta sia intorno all’edificio sacro che alla canonica, lo spazio della Madonnina è lasciato in uno stato di incuria - hanno scritto nella missiva, rivolgendosi al vescovo di Pistoia - e persino una barca in condizioni fatiscenti continua a occupare il giardino, senza che nessuno intervenga per rimuoverla. Tutto ciò contribuisce a trasmettere un senso di abbandono e di trascuratezza che ci addolora profondamente, non solo come fedeli, ma anche come cittadini che amano e vivono il proprio territorio. Comprendiamo le difficoltà e le complessità legate alla gestione delle parrocchie, soprattutto in tempi come questi, ma ci preme sottolineare che la nostra comunità sente forte il bisogno di una presenza stabile, di un parroco che possa prendersi cura della chiesa, non solo sotto il profilo spirituale, ma anche materiale, per restituirle la dignità e la vitalità che merita"
I vicofaresi, nella lettera, hanno speso due parole sulla situazione che sta creandosi a Ramini, non dicendosi sorpresi e chiedendo l'allontanamento definitivo di don Biancalani. "Siamo consapevoli delle tensioni e delle difficoltà che si stanno manifestando anche nella vicina parrocchia di Ramini. E non ci sorprendono, poiché, a nostro avviso, erano prevedibili. Proprio per questo Le chiediamo con umiltà ma con insistenza di fare chiarezza sulle Sue intenzioni riguardo al futuro della parrocchia di Vicofaro - hanno concluso - vogliamo sapere se c’è un progetto, un piano, o una visione pastorale che possa dare nuova linfa alla nostra comunità.
La nostra richiesta non nasce da uno spirito polemico, ma dal desiderio sincero di vedere la nostra chiesa viva, accogliente, curata e affidata a qualcuno che se ne prenda davvero cura, contrariamente alla pessima conduzione perpetrata per anni da don Biancalani, al quale finalmente è stata tolta la rappresentanza legale…ora deve solo andarsene, Vicofaro non lo vuole! In attesa di una Sua parola, e di una Sua risposta a queste nostre giustificate preoccupazioni, La ringraziamo per l’attenzione che vorrà riservarci nella speranza che la nostra bella chiesa di Santa Maria Maggiore possa tornare al più presto come era prima dell’arrivo di Don Biancalani".