L'incessante lavoro delle forze dell'ordine ha portato al fermo di un ragazzo di 18 anni di origini magrebine molto attivo in gruppi WhatsApp dove si parlava di terrorismo e si faceva propaganda. Il giovane, identificato, è risultato essere un italiano di origini straniere. Nei suoi confronti è stata emessa la misura cautelare del collocamento in una comunità.
Stando a quanto comunicato dalla questura di Bologna, gli agenti della polizia di Stato, uniti ai colleghi della Digos, sono arrivati al 18enne, applicando il provvedimento emanato dal gip del tribunale dei minorenni di Bologna. La richiesta a procedere era stata presentata dalla Procura minorile della zona. Il 18enne risulta adesso indagato per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo.
Secondo le verifiche e i controlli eseguiti dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, il ragazzo era molto attivo su internet, in particolar modo in un gruppo formatosi su WhatsApp. Tramite social, il 18enne acquisiva e diffondeva materiale propagandistico dello Stato Islamico, che inneggiava alla lotta. L'attività investigativa è ancora in corso. Gli inquirenti stanno setacciando tutti i dispositivi elettronici di proprietà del giovane. A quanto pare il ragazzo era in possesso di manuali utili per fabbricare a casa degli esplosivi, oltre a diverso materiale che inneggiava al jihad, con tanto di celebrazione di gruppi quali Isis e al-Qaeda. Non mancavano, infine, testi religiosi.
Il timore era quello che il ragazzo avesse ormai intrapreso un percorso di radicalizzazione, con tanto di autoaddestramento. Da qui la necessità di applicare la misura cautelare. Durante la prossima udienza, il 18enne potrà difendersi dalle pesanti accuse.