Il buco di 3 milioni lasciato da Lucano ai cittadini: le cifre choc del modello Riace

Il Viminale ora pretende la restituzione di più di 3 milioni di euro e, ovviamente, ha negato ulteriori progetti pro-migranti

Il buco di 3 milioni lasciato da Lucano ai cittadini: le cifre choc del modello Riace
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Il modello Riace, tanto acclamato dalla sinistra, potrebbe aver dato i suoi frutti nel senso più negativo del termine. Il Viminale ha chiesto il conto di questa accoglienza indiscriminata: 3 milioni di euro da restituire. L’entità del buco nel bilancio causato da Lucano è scritta in un documento che, come riporta Il Tempo, è stato inviato il 29 maggio 2025 via pec dalla Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo del Ministero dell’Interno al Comune di Riace.

Il Ministero scrive che “alla riammissione del progetto di finanziamento”, che il sindaco aveva tentato di ottenere, “ostano anche la sopravvenienza del debito accertato a carico di codesto Comune, pari a euro 3.323.595,47, con riguardo al progetto in questione, e a euro 69.751,21, con riguardo al progetto Msna, nonché la mancata rendicontazione delle spese sostenute nel 2017 e nel 2018”, si legge nella raccomandata urgente notificata con oggetto “riscontro a richiesta inserimento progetto accoglienza e integrazione immigrati e contestuale rinnovo richiesta restituzione somme”. Ora, quindi, il Viminale è intenzionata a chiedere e pretendere la restituzione di questi soldi e, ovviamente, ha negato ulteriori progetti pro-migranti. Se non si dovessero trovare i soldi nelle case del Comune, la soluzione potrebbe ricadere sulle tasche dei cittadini.

Mimmo Lucano, gioca ricordarlo, è stato dichiarato decaduto da sindaco di Riace. Il tribunale di Locri ha accolto il ricorso presentato dalla prefettura di Reggio Calabria contro la sospensione della pena.

Lucano a marzo era stato condannato definitivamente a 18 mesi per falso, la pena era stata sospesa. Il consiglio comunale di Riace aveva respinto la decadenza che invece il tribunale di Locri ha ora accolto in applicazione della legge Severino.

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