La Coop si schiera con i palestinesi: toglie i prodotti israeliani e vende la "Gaza Cola"

La cooperativa ha motivato la decisione spiegando di essere al fianco di tutti i soggetti che chiedono la cessazione delle operazioni militari nella Striscia e del blocco degli aiuti deciso dal governo di Tel Aviv

La Coop si schiera con i palestinesi: toglie i prodotti israeliani e vende la "Gaza Cola"
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La guerra tra Israele e Hamas arriva anche nei nostri supermercati. Coop Alleanza 3.0, che ha 350 negozi in otto regioni, ha deciso di togliere alcuni prodotti dello Stato ebraico, tra cui arachidi, tahina e gli articoli Sodastream, per fare spazio alla "Gaza Cola", creata a Londra nel 2023.

La cooperativa ha spiegato che “non può rimanere indifferenze davanti alle violenze in corso” nell’exclave e che i ricavati della vendita del prodotto servono a raccogliere fondi per la costruzione di un ospedale nella Striscia. Coop ha anche aggiunto che “è da sempre e senza esitazione al fianco di tutte le forze unite nel chiedere l’immediata cessazione delle operazioni militari. Ed altrettanto ferma è la condanna verso il blocco degli aiuti umanitari destinati alle popolazioni civili della Striscia proclamato dal governo israeliano”.

La decisione di rimuovere i prodotti, ha riferito l’azienda, è maturata dopo un rapporto presentato al consiglio d’amministrazione dalla Commissione etica, a seguito del quale socie e attivisti sono intervenuti all’assemblea generale della Coop del giugno scorso. E oltre a togliere dagli scaffali arachidi e salsa tahina, la cooperativa ha anche aderito all’iniziativa “Coop for Refugees”.

Un’iniziativa, dunque, che si aggiunge come ultimo tassello al sempre crescente puzzle di enti, associazioni, gruppi e società che, dal 7 ottobre a oggi, hanno deciso di schierarsi dalla parte dei palestinesi nella guerra scatenata dal brutale massacro di civili perpetrato da Hamas. Le vittime ebree, però, sono spesso dimenticate di fronte alle immagini della popolazione della Striscia costretta a soffrire le conseguenze del conflitto e tenuta in ostaggio dal gruppo terroristico, che non ha mai esitato ad utilizzare strutture come ospedali o scuole per nascondere basi e arsenali, o a fare di donne e bambini innocenti scudi umani, con l’obiettivo di demonizzare Israele agli occhi del mondo.

Una vera e propria guerra di propaganda, questa, che in Occidente trova grande seguito, con piazze che si riempiono di bandiere palestinesi e slogan

che, spesso e volentieri, sfociano nell’antisemitismo e nell’invocazione alla distruzione dello Stato ebraico o nel sostegno ai brutali regimi che appoggiamo Hamas, come quello degli ayatollah in Iran.

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