
Inviti ad aderire all'Islam sono stati imbucati nelle cassette della posta nel quartiere Piave di Mestre, in provincia di Venezia, zona tra le più multietniche del Paese. Una vera e propria propaganda per fare proselitismo alla religione di Maometto che ha scatenato ovvie polemiche. A renderlo noto è stato Il Gazzettino, che ha avuto moto di entrare in possesso del volantino. "Ciao mio rispettato lettore, mi chiamo Imran e sono un musulmano. Vorrei condividere con te come una persona può entrare in paradiso...", si legge nel volantino in cui vengono esposte le regole per diventare un buon musulmano.
La "guida alla conversione", in realtà, non è un semplice volantino ma un manuale vero e proprio che consta di 6 pagine fotocopiate tradotte sia in italiano che in inglese, che non sono state spedite ma consegnate manualmente casa per casa, arrotolate e imbucate nella cassetta. Manca l'affrancatura, quindi è chiaro che qualcuno si è preso la briga di battere a tappeto la zona. Un lavoro certosino che pare sia iniziato venerdì per poi proseguire anche sabato ma nei centri islamici di zona nessuno sembra sapere nulla ma leggendo bene il volantino, come spiega il Gazzettino, la paternità dell'iniziativa non è esplicita, pare che si chiami Imram, ma si legge che non è "associato alla moschea della zona. Sono un musulmano che diffonde il messaggio dell'unico Dio che ci ha creato".
E ancora, scrive che il "motivo per cui comunico con te tramite e-mail è perché non parlo molto bene l'italiano. Non sarò in grado di aiutarti con una comunicazione diretta". È ancora, Imram scrive che "Nel giorno del giudizio Allah mi chiederà: 'Vivevi in Italia? Hai consegnato il mio messaggio al popolo italiano?'. In quel momento sarò in grado di rispondere ad Allah: 'Sì, Allahì. In secondo luogo, quando incontrerai Allah nel giorno del giudizio non potrai trovare una scusa dicendo 'Allah, ho vissuto in Italia per 90 anni ma non ho mai ricevuto il tuo messaggio'". Sembra esserci una componente di fondamentalismo e radicalismo in queste parole, tanto che i residenti non ritengono opportuna questa propaganda nelle loro case.
Giovanna Luzzi, del "Coordinamento Cittadini Quartiere Piave", ha detto di voler "indagare e scoprire chi sta distribuendo questi volantini che, va ricordato, riguardano una religione che non ha siglato accordi con lo Stato italiano".